REGGIO EMILIA – “Dobbiamo ringraziare le forze dell’ordine, che sono intervenute tempestivamente. L’episodio pare sia nato da qualche sfottò sportivo, noi con il nostro personale abbiamo cercato di evitare che entrassero all’interno del centro”.
A parlare poco dopo l’accaduto è il direttore del centro commerciale I Petali, Simone Priori. Il parapiglia si è scatenato ieri pomeriggio, intorno alle 16.30, quando un gruppo di tifosi della Reggiana appena uscito dallo stadio dove si era giocata la partita tra i granata e la Pistoiese si è imbattuto in un branco di ragazzini che stazionavano nei pressi dell’ingresso del centro commerciale. Questi ultimi, per la maggior parte minorenni, avrebbero iniziato a insolentire i tifosi. Il grido provocatorio “forza Parma” ma non solo, anche qualche altra parola pesante. Quanto basta per fungere da miccia e far scaturire una rissa che ha coinvolto diverse decine di persone.
Tafferugli domati, non senza fatica, dagli agenti della squadra volanti della questura intervenuti insieme agli uomini della polizia locale. Nessun ferito segnalato, molte le persone identificate, diverse quelle che si sono date alla fuga. C’è chi riferisce che fosse spuntato anche un coltello, ma il particolare non ha trovato conferma. Certo è che il clima è rimasto teso a lungo dopo l’accaduto. La squadra mobile della polizia di Stato sta compiendo accertamenti grazie anche all’aiuto delle telecamere di videosorveglianza. “Abbiamo un sistema di telecamere di ultima generazione”, ha ricordato il direttore Priori.
Il fenomeno di bande di giovanissimi con comportamenti molesti in zona Petali non è nuovo. Ma nella giornata di ieri alcuni residenti hanno segnalato la presenza di un gruppo di ragazzini che in zona Mirabello, nei pressi di piazza del Tricolore, si divertiva a invadere la strada fermando le vetture in transito e creando apprensione tra gli automobilisti.
Riportiamo, di seguito, l’intervento del Gruppo Vandelli, tifoseria organizzata della Reggiana: “L’unica cosa che ieri avremmo voluto fare era festeggiare la vittoria della nostra Reggiana insieme ai nostri amici e poi come sempre ritornarcene a casa dalle nostre famiglie. Purtroppo però la nostra Reggio da anni ormai non è più quell’oasi felice che da ragazzini abbiamo avuto la fortuna di conoscere, adesso anche noi abbiamo le nostre baby gang. Una marmaglia di teppistelli, in buona parte di origine straniera che non hanno nessuna intenzione di integrarsi nel tessuto sociale di questa nostra città. Sono anni che queste bande di giovani balordi insultano, provocano ed aggrediscono ragazzi che semplicemente indossano un indumento granata. Simbolo di quella Reggio che gli ha accolti ma che loro dimostrano quotidianamente di disprezzare. Ieri all’uscita dello stadio, proprio d’avanti all’entrata dei Petali, il solito copione si è ripetuto per l’ennesima occasione. Bersaglio ancora una volta, alcuni nostri amici, vilmente prescelti perché trovati isolati, lontani dal resto del gruppo, i quali semplicemente indossavano una sciarpetta granata al collo. A differenza però di quanto accaduto in passato , quando in due diverse occasioni, tre nostri amici furono non solo provocati ed insultati ma anche vigliaccamente e violentemente picchiati, questa volta, la baby gang non ha avuto il tempo di terminare quanto era nelle proprie intenzioni. Molti altri tifosi della Reggiana, accortisi di quanto stava accadendo si sono precipitati d’avanti all’uscita del centro commerciale, temendo, forti dell’esperienze del passato, per l’incolumità dei propri amici.
Sono anni che queste situazioni si ripetono all’uscita dei Petali, non soltanto quando gioca la Reggiana, nell’indifferenza purtroppo delle istituzioni. Ieri per la prima volta, d’avanti a decine di testimoni, sono apparsi anche due coltelli. Il cittadino non dovrebbe mai arrivare all’esasperazione ed essere costretto a difendersi da solo. Ieri grazie a Dio o per fortuna, nessuno si è preso una coltellata. Non abbiamo nessuna intenzione di sostituirci alle forze dell’ordine o di trasformarci in una sorta di improvvisati giustizieri della notte. Certamente però continueremo nella nostra Reggio, se sarà ancora necessario a difenderci, stanchi di dovere accettare da anni queste continue provocazioni.
Rispettosi, come sempre, di tutti coloro che hanno fatto della nostra città un luogo dove lavorare, vivere con la propria famiglia e crescere i propri figli ma intransigenti nei confronti di chi, indipendentemente dal proprio paese di origine, continuerà a comportarsi con prepotenza ed arroganza, nella convinzione di ritenersi non soggetto alla legge e alle istituzioni”.
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