REGGIO EMILIA – Per ora il procuratore capo di Reggio Marco Mescolini non rilascia dichiarazioni ufficiali. Rischia il trasferimento d’ufficio, possibile risultato del procedimento aperto nei suoi confronti dalla prima commissione del Consiglio superiore della magistratura. Presunta ‘incompatibilità’ il motivo dell’apertura del fascicolo. Il Csm ascolterà Mescolini nelle prossime ore e ha già ascoltato alcuni suoi sostituti procuratori: il nodo principale sembra questo, più ancora del contenuto delle chat che Mescolini ha scambiato due anni e mezzo fa con Luca Palamara, ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, poi indagato dalla procura di Perugia e radiato dall’ordine giudiziario con l’accusa di aver tentato di condizionare le nomine ai vertici delle procure. A quanto si apprende, quattro sostituti procuratori di Reggio hanno firmato un esposto nei confronti del procuratore capo lamentando una scarsa circolazione delle informazioni all’interno dell’ufficio.
L’esposto è stato presentato dopo la pubblicazione delle chat. I messaggi tra Mescolini e Palamara risalgono al periodo febbraio-luglio 2018. All’epoca il procuratore capo lavorava nell’ufficio della Direzione distrettuale antimafia di Bologna: in quel ruolo, assieme alla collega Beatrice Ronchi, ha istruito il maxi processo Aemilia, epocale nella lotta degli inquirenti alle infiltrazioni ‘ndranghetiste.
Mescolini e il magistrato Alfonso D’Avino, dopo una prima selezione, erano gli unici rimasti in lizza per ricoprire il ruolo di procuratore capo a Reggio, ma c’erano ritardi sulla nomina. Nei messaggi, Mescolini chiedeva a Palamara la ragione di quei ritardi e lo sollecitava ad adoperarsi per sbloccare l’iter, Palamara lo rassicurava.
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