REGGIO EMILIA – Medici, infermieri, tecnici di laboratorio che un anno fa venivano applauditi e osannati da tutti, ora rischiano di subire una decurtazione del proprio stipendio tra i 100 e i 300 euro mensili.
Stiamo parlando di una fascia di lavoratori che è costituita, in provincia, da circa 6mila persone. Tra loro è compreso anche il personale amministrativo. È a rischio, infatti, tutto ciò che concerne il salario accessorio come produttività, straordinario e indennità di turno. La diminuzione è causata dai vincoli e dai limiti imposti dalle leggi voluti negli ultimi 10 anni dal ministero dell’Economia e della Finanza.
In pratica, i soldi disponibili per tutte queste voci, incrementati nel 2020 per decisione del Governo con assegnazioni una tantum, oggi sono tornate ai livelli pre Covid. Per opporsi a questo scenario Cgil, Cisl e Uil hanno avviato una raccolta firme tra i lavoratori dell’Ausl; firme che verranno consegnate il prossimo 9 aprile alla direttrice generale Cristina Marchesi e al presidente della conferenza territoriale socio-sanitaria, Giorgio Zanni. “Per lo stesso giorno terremo un presidio davanti al Santa Maria Nuova”, ha annunciato Gaetano Merlino della Funzione Pubblica della Cgil reggiana.
Reggio Emilia Cgil ausl reggio emilia Cisl Uil personale sanitario emergenza coronavirus taglio stipendio