CARPI (Modena) – Chiuderà soltanto una settimana ad agosto la Goldoni Arbos di Migliarina, azienda della meccanica agricola in cui la metà dei 220 lavoratori occupati è reggiana.
La proprietà, il 13 febbraio scorso, aveva chiesto l’ammissione al concordato preventivo al tribunale di Modena: una doccia fredda a cui era seguito uno sciopero con presidio davanti ai cancelli. “Dopo un periodo di stop della produzione, a causa anche di un cambio ai vertici aziendali – ha spiegato Angelo Dalle Ave della Fiom Cgil di Carpi, che lavora in azienda da decenni – ora la produzione è ripartita”.
Una buona notizia per i dipendenti che per mesi non hanno percepito lo stipendio. Ora è presente in azienda circa la metà del personale, i lavoratori da maggio sono in cassa integrazione per Covid (anticipata dall’azienda) e fino a settembre alterneranno ferie e lavoro. Il 17 luglio scadrà il termine per la presentazione del piano industriale al tribunale da parte della proprietà, i cinesi di Lovol Group che cinque anni fa avevano rilevato l’azienda. C’è la possibilità che quest’ultima richieda la proroga di 60 giorni, estesa a 90 giorni dall’ultimo decreto del Governo.
All’ultimo incontro del tavolo regionale con l’azienda, l’11 giugno scorso, hanno partecipato anche i sindaci di Rio Saliceto e Carpi. “Come sindacato abbiamo chiesto all’azienda di fare presto – ha detto Dalle Ave – ci hanno però assicurato che non c’è l’intenzione di delocalizzare la produzione”. Intanto, i 240 lavoratori sono diventati circa 220 per pensionamenti o licenziamenti volontari. Sul nostro territorio Goldoni Arbos dà lavoro anche a molte piccole aziende artigiane dell’indotto.
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