RUBIERA (Reggio Emilia) – Il calo delle nascite si è capovolto nel comune sul Secchia e ha portato alla riapertura di un asilo nido, il “Bollicine”, affidato in gestione a Coopselios dopo un anno di chiusura per l’assenza di domanda. Una buona notizia l’inversione della caduta di natalità. Ma cosa succede nel resto della provincia?
Spiega Lina Borghi, Direttrice dell’area socio-educativa Reggio di Coopselios: “Un po’ in tutta la provincia in realtà abbiamo avuto un aumento dei bambini scolarizzati nell’età 0-3. La provincia di Reggio Emilia è una delle province che scolarizza il più alto numero di bambini in questa fascia di età”.
Dunque, nonostante l’inverno demografico, la richiesta di accesso agli asili nido è in crescita. Per quali motivi? “E’ chiaro – prosegue Borghi – che i tempi di vita delle famiglie portano anche a chiedere un supporto maggiore a quella che è la rete dei servizi proprio per conciliare meglio i tempi di vita e i tempi di lavoro, ma credo che davvero ci sia anche tanta consapevolezza sul valore che hanno questi servizi per la vita futura dei bambini”.
Il costo dei servizi ha influito sulla domanda delle famiglie? “Questi sono servizi costosi, è indubbio. La regione Emilia Romagna, tutti i Comuni della provincia si sono sempre impegnati molto affinché le rette per le famiglie fossero delle rette comunque possibili”.
Le manutenzioni straordinarie, l’acquisto di arredi da parte del Comune di Rubiera intanto hanno dato nuova vita a questo edificio, sorto già negli anni Trenta del secolo scorso.
“In questa struttura – conclude la Direttrice – ci sono 17 bambini che vanno dai 9 ai 18 mesi, quindi abbiamo dei piccolini. E’ un servizio che davvero fa iniziare a queste famiglie e a questi bambini un percorso educativo fin dalla più tenera età”.
Reggio Emilia Rubiera Asili nido calo demografico nido Bollicine