FABBRICO (Reggio Emilia) – Stavolta è toccato alla Argo Tractors incrociare le braccia. Da due mesi le aziende metalmeccaniche reggiane stanno facendo i conti con le fermate a sorpresa degli operai, che protestano per il rinnovo del contratto nazionale dopo la rottura delle trattative di metà novembre.
Un settore chiave per il Reggiano, dove la manifattura conta più di 40mila addetti, 30mila dei quali con il contratto collettivo nazionale dell’industria firmato da Fim, Fiom e Uilm con Federmeccanica scaduto il 30 giugno 2024. Il rinnovo, però, nonostante gli utili fatti dalle imprese fino a un anno fa, è stato subito in salita e così i sindacati hanno deciso di dare vita a una mobilitazione senza precedenti e di portarla in mezzo alla gente, come accaduto stamattina a Fabbrico con gli operai che hanno portato la protesta in centro al paese.
Sono più di cento le aziende metalmeccaniche reggiane dove in questi due mesi sono stati organizzati scioperi a singhiozzo e a sorpresa, sempre più partecipati tanto da bloccare quasi sempre le attività produttive, anche in un contesto di cassa integrazione generalizzata. “Le segreterie nazionali hanno richiesto a Federmeccanica di tornare al tavolo con proposte che vadano incontro alle richieste dei lavoratori – sottolineano i sindacati – se non ci saranno risposte entro fine mese, la mobilitazione continuerà anche in febbraio, con altre 8 ore di sciopero già proclamate”.
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