REGGIO EMILIA – Lo scoppio della guerra in Ucraina aveva messo il distretto ceramico emiliano in grave difficoltà a cuasa del difficile reperimento delle materie prima: gran parte dell’argilla utilizzate per le lavorazioni del aziende del nostro territorio arrivava infatti proprio dal Donbass, l’area occupata dai russi. Una situazione che era andata a combinarsi con l’aumento dei costi del gas e che aveva posto diverse aziende nelle condizioni di bloccare o ridurre la produzione. Ora siamo di fronte a quella che potrebbe delinearsi come la tempesta perfetta: perchè l’escalation dei prezzi dell’energia e del gas in particolare stanno diventatndo insostenibili.
A lanciare un vero e proprio sos è il presidente di Confindustria Ceramica Giovanni Savorani che in videocollegamento dalla sede di Sassuolo ha avuto un lungo colloquio con il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani. ‘Quasi tutte le aziende del settore – ha spiegato Savorani – stanno ritardando l’accensione dei forni in attesa di non si sa bene cosa. Il costo del gas sta superando i ricavi. Molte aziende rischiano quindi di non riprendere la produzione dopo l’estate. O di presentarsi sui mercati internazionali a prezzi non competitivi’.
L’associazione ha chiesto al governo la messa a disposizione di almeno 2 miliardi di metri cubi di metano nazionale, estratto dai pozzi italiani esistenti, che per qualche ragione sono stati chiusi ma che potrebbero ancora produrre.” Chiesti poi una moratoria sui mutui e che il credito di imposta del 25% concesso nei primi tre trimestri diventi del 50% nel quarto trimestre.
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