REGGIO EMILIA – Una tempesta che rischia di pesare più del Covid. I rincari che si stanno abbattendo sulle famiglie e sulle aziende di tutti i settori diventa adesso una vera emergenza bolletta.
Confcooperative chiede al Governo misure urgenti, non ristori, ma un’azione incisiva a livello europeo che ponga anche un freno alle speculazioni. In campo agroalimentare, uno dei meno colpiti dalla diffusione del Covid, il costo dell’energia elettrica è passato in media dai 40/45 magawatt orari a 300 euro; quello del gas da 0,17 al metrocubo a 1euro e 30. A questi rincari, ricorda la centrale di Largo Gerra, si sommano quelli per le materie prime, per i mezzi tecnici e per gli imballaggi. Situazioni simili riguardano i settori della logistica, la ristorazione collettiva, il turismo, le costruzioni.
Il rincaro delle materie prime è un serio pericolo per la realizzazione di tutte le opere pubbliche a partire da quelle del Pnrr, avverte Ance, l’associazione dei costruttori afferenti a Unindustria. “Si rischia la tenuta economica e produttiva delle imprese edili – spiega il presidente, Enrico Zini, gli aumenti dei costi del materiale superano in alcuni casi anche il 40% – Il presidente degli industriali reggiani Fabio Storchi ha ricordato come le imprese reggiane, grandi utilizzatrici di energia elettrica nel 2022 dovranno fare fronte a un costo di energia elettrica di oltre il 60% in più rispetto al 2021, con un livello di prezzi insostenibile.
Il problema del caro energia impatta in modo forte anche sul sistema delle piccole e medie imprese. Dai calcoli effettuati da Lapam Confartigianato di Modena e Reggio Emilia, un’azienda che consuma 25mila kw/ora è passata da un costo di 1.576 euro a 7.210 euro. Le piccole imprese, ricorda il presidente Gilberto Luppi, rischiano di pagare l’elettricità 4 volte in più rispetto alla grande industria. Micro e piccole imprese con consumi energetici contenuti che sarebbero costrette a finanziare la maggior quota di oneri per il sostegno delle energie rinnovabili, di categorie come le imprese energivore, e i bonus sociali.
Non va meglio per le famiglie, come ricorda allarmata la Cisl e Adiconsum: sono stati registrati aumenti nella spesa del 15% in una settimana, in un anno +350% per il gas e del 330% per l’energia elettrica. Chiesti interventi di sostegno immediato e l’eliminazione delle accise e di tutte le voci non attinenti ai reali consumi energetici.
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