REGGIO EMILIA – La crisi energetica e i rincari dei materiali si abbattono anche sul settore vitivinicolo. “Se la guerra finisce, può esserci una inversione di tendenza. Non possiamo perdere soldi in continuazione”, il commento del presidente del consorzio Vini Emilia, Davide Frascari.
Il consorzio raggruppa 36 aziende di Reggio e di Modena, 6mila imprese vitivinicole per lo più a conduzione familiare. Da una parte c’è soddisfazione perché anche quest’anno la vendemmia ha consegnato un’uva di buona qualità; dall’altra c’è preoccupazione per il futuro. Anche queste realtà, infatti, si stanno confrontando con l’aumento dei costi dell’energia necessaria per le attività di trasformazione e imbottigliamento, raddoppiati in anno.
E’ triplicato il prezzo dei carburanti, non va meglio per quello degli anti parassitari. “La bottiglia di vetro ha il costo triplicato, perché le vetrerie sono molto energivore. Poi, c’è la difficoltà nella consegna”, ha aggiunto Frascari. Il costo di una bottiglia di vetro è passato da 30 centesimi a un euro, quello di una scatola di cartone da sei, da 12 a 50 centesimi. Aumenti che fanno la differenza, se si pensa che ogni anno vengono vendute 200 milioni di bottiglie di lambrusco, che resta il vino più commercializzato al mondo. “C’è molta tensione e preoccupazione non solo per i mercati italiani, ma anche per quelli esteri”, ha concluso Frascari.
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