REGGIO EMILIA – La riforma varata dal Consiglio dei ministri prevede che i Comuni possano decidere se aumentare del 20% le licenze dei taxi, rilasciandole a nuovi conducenti. Nella nostra provincia, attualmente, le licenze sono 80.
“Ultimamente, il lavoro sta andando bene e quindi possono esserci momenti in cui siamo in difficoltà – le parole di Lorenza Savarese, presidente del consorzio taxisti reggiani – Per capire se c’è necessità di nuove licenze si dovrebbero fare studi approfonditi. Il fatto che il decreto legge mandi avanti uno studio da parte dei Comuni potrebbe aiutarci. In sinergia potremmo capire se una decina di taxi in più potrebbero servire e, se servissero, saremmo ben contenti che le licenze venissero messe fuori”.
E’ previsto anche il rilascio di licenze temporanee, ma non è passata la norma del “cumulo” ovvero l’aumento delle licenze in capo ai singoli tassisti. Poi, si parla della sperimentazione voluta dal ministero dei Trasporti che ha coinvolto sei discoteche in tutta Italia: corsa gratis per chi è positivo all’alcotest. “Siamo in prima linea nel sensibilizzare l’uso del taxi quando non si è nelle condizioni di guidare – dicono i taxisti reggiani – ma “se il cliente ubriaco è particolarmente molesto e sta particolarmente male, allora bisognerebbe chiamare le forze dell’ordine o l’ambulanza e non il taxi. Il tassista sarebbe in imbarazzo nel gestire situazioni che non è addetto a gestire”.
A lavorare di notte, ci si sente in pericolo? “Non è una situazione tragica, non è da favola, ci sono personaggi particolari. Chi fa più turni di notte li conosce e quindi riesce ad arginare il fenomeno. Chi fa poche notti incappa in situazioni non simpatiche. Succede che non ti pagano, succede che scappano, che ti chiamano in località lontane e poi non si fanno trovare e tu hai perso un’ora. Oppure, ci sono personaggi antipatici e molesti a parole”.
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