REGGIO EMILIA – Un anno fa, i pazienti Covid ricoverati negli ospedali reggiani erano cinque, oggi sono 86. La percentuale dei positivi sui tamponi totali era dell’1,2%. Oggi è il 35%: nell’ultima settimana un test su tre ha dato esito positivo. Sono i numeri che stanno caratterizzando questa ondata targata Omicron BA5 ‘e che – ha detto l’azienda Usl – ci riportano al dicembre dello scorso anno con conseguenze inevitabii sulle attività quotidiane.
“In genere il periodo estivo, oltre ad essere il periodo delle ferie dei nostri operatori , era anche il periodo in cui ci concentravamo sul recupero delle prestazioni che erano rimaste sospese durante la pandemia, ci stiamo un pò giocando questo periodo”, dice Cristina Marchesi, direttore generale dell’Azienda Usl IRCCS.
I pazienti sono ricoverati a Reggio, Guastalla e Scandiano, in reparti diversi, dalle malattie infettive alla pneumologia, dalla medicina d’urgenza a quella cardiovascolare, alla geriatria. Ricoverate anche tre donne in gravidanza. Per la maggior parte si tratta di persone che si positivizzano dopo il ricovero per altre patologie. Considerando l’elevato numero di contagi tra il personale sanitario, in un periodo di ferie, si crea un problema organizzativo.
“Tutti i giorni occorre trovare soluzioni per riuscire a trovare una collocazione a tutti i casi Covid che si presentano in ospedale e che necessitano di un ricovero – sono le parole di Giorgio Mazzi, direttore del Presidio Ospedaliero Azienda Usl IRCCS -. Non è facile perché non si tratta semplicemente di metterli in una stanza di degenza, bisogna che sia una stanza di degenza in un contesto Covid”.
La pressione sta aumentando anche sui medici di base e sui centralini: a casa oggi ci sono 7 mila e 800 persone. Con la fine dello stato di emergenza sono terminate le attività di tracciamento, ma si raccomanda fortemente l’autosorveglianza a chi ha avuto contatti per tutelare soprattutto le persone più fragili. Tra di loro la copertura della quarta dose di vaccino si è fermata tra il 30 e il 40%. “Anche se devo dire che proprio nell’ultima settimana abbiamo avuto un incremento, tanto che abbiamo incrementato le nostre difficoltà”, racconta Sandra Coriani, direttrice delle Professioni sanitarie.
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