REGGIO EMILIA – Dei 9 ricorsi al Tar contro il Piano urbanistico generale (Pug), tre sono firmati da un’unica società. La società si chiama Andromeda e ha sede a Reggio in Largo Gerra. Amministratore unico di Andromeda è Giuseppe Iannò, titolare di una affermata agenzia immobiliare. I ricorsi sono relativi a tre aree di modeste dimensioni alle quali i precedenti strumenti urbanistici assegnavano una potenzialità edificatoria che è stata invece cancellata dal nuovo Piano urbanistico generale.
I tre lotti si trovano tutti a ridosso della via Emilia per Parma. Due sono a Cella, a nord della Statale, grossomodo di fronte a via Svezia e via Diderot. Il terzo lotto invece è a Cadè, poco prima delle scuole della frazione per chi viene da Reggio, al confine con una vasta area agricola.
Le osservazioni al Pug presentate dalla società di Iannò e respinte dal Comune chiedevano il ripristino degli indici edificatori, in generale a uso residenziale, in un caso – a Cella – anche per tessuto commerciale o produttivo. La società promotrice dei ricorsi sottolinea che si tratta di zone già urbanizzate e che gli interventi edilizi, nel loro complesso, porterebbero alla realizzazione di appena una decina di alloggi.
Questa vicenda però ha elementi di interesse che vanno al di là delle esigue dimensioni dei lotti. Le aree, infatti, sono passate di mano pochi mesi fa. Andromeda le ha acquistate tutte l’8 febbraio di quest’anno, quando il Piano urbanistico generale era già stato assunto e i terreni edificabili riconvertiti a uso agricolo. Prima le aree appartenevano a RC Impianti Immobiliare, ditta che alla fine del 2020 è stata colpita da interdittiva antimafia della Prefettura. A sua volta RC Impianti aveva acquistato le aree nel 2017 da un’altra società interdetta, FA Costruzioni, protagonista di un contenzioso con il Comune di Reggio proprio sull’edificabilità dell’area che si affaccia sulla via Emilia a Cella. (5/fine)
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