Caro Sandro,
è trascorso un mese da quando ci hai lasciato, ma la tua presenza è ancora viva tra noi. Non voglio ricordarti solo per i tuoi successi come dirigente nel mondo del basket, ma soprattutto per ciò che abbiamo condiviso oltre quarant’anni fa: Radio Reggio.
Insieme, sotto la guida dell’indimenticabile Emilio Rinaldini, siamo diventati giornalisti. Abbiamo dato il nostro contributo a una radio che negli anni è cresciuta grazie alle tante voci che si sono alternate ai microfoni. Ricordo con affetto la cena in cui abbiamo riunito molti di loro.
Abbiamo riso, discusso, ci siamo divertiti e arrabbiati. Ci sentivamo bravi e professionali, e chi ci ascoltava ce lo confermava con telefonate e complimenti, venendo a trovarci in studio per vedere che faccia avevamo. Quel periodo è stato unico, fantastico, irripetibile, nonostante le nostre vite ci abbiano portato verso professioni diverse: imprenditori, avvocati, manager, funzionari, dirigenti, impiegati. Ognuno di noi ha sempre portato nel cuore quegli anni in cui abbiamo sperimentato quanto fosse bello lavorare insieme, giorno dopo giorno, divertendoci.
Quanti aneddoti potrei raccontare, come quando alle 6:30 del mattino aprivo le trasmissioni e, correndo trafelato in ritardo, ti trovavo già lì a preparare “Tondo & Corsivo”, la trasmissione che conducevi alle 8:00. O quando, insieme a qualche altro collega goliardico, giocavate a pallone o facevate di tutto in studio mentre conducevo una trasmissione, nel tentativo di farmi sbagliare o ridere in diretta. I muri di Via Col di Lana, sede della radio di allora, potrebbero raccontare molto di ciò che accadeva a microfoni spenti, dietro quella apparente serietà che cercavamo di trasmettere quando la luce “IN DIRETTA” si accendeva e tutto diventava molto professionale.
Alessandro, per tutti “Sandro”, ci hai lasciato all’improvviso. Nessuno se lo sarebbe mai aspettato, ma è successo. Non passa giorno senza che io ti pensi, senza che ti cerchi con lo sguardo quando torno a Reggio e non ti vedo in Via Emilia.
Si dice che una persona continui a vivere finché il suo ricordo permane. Io non ti dimenticherò.
Ciao Sandro, sono sicuro che mi stai leggendo e, con un sorriso, mi dici: “Dai Massimo, vai in studio che è ora di iniziare la trasmissione!”.
Massimo Tacchini
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