REGGIO EMILIA – Era il 15 giugno 1944 quando, ad appena 18 anni, “Liliana” raggiunse il padre Natale a Montefiorino per unirsi alla Resistenza. Originaria di Levizzano di Baiso, così come tutta la famiglia, Augusta Teneggi, croce al merito di guerra, è morta 18 anni fa e oggi compirebbe 100 anni.
La sua storia partigiana iniziò già dalle radici: la famiglia era rinomata per essere antifascista; il padre era impegnato nella lotta di Liberazione e allo zio paterno i fascisti ruppero i timpani per aver votato “no” in occasione del primo plebiscito organizzato dal regime. “Liliana” iniziò così il proprio impegno, seguendo le orme del nucleo familiare e dei valori respirati fin dalla nascita, operando inizialmente come staffetta del commissario politico di Montefiorino, il reggiano Poppi.
In un’intervista realizzata da Antonio Canovi e pubblicata sul notiziario dell’Anpi nel 2000, “Liliana” racconta: “Ero una ragazzina e così le cose più pericolose me le facevano fare – e mio padre si arrabbiava– perché passavo più inosservata. Però, quando mi fermavano i tedeschi mi sentivo morire… circolavo con una giacca tutta foderata che veniva riempita con documenti. Pertanto, consegnavo ogni volta la giacca e aspettavo che la scucissero e la ricucissero. Semmai, si arrivava al mattino e si ripartiva sotto sera; sapevo poi che, in molte zone, c’era il controllo partigiano e potevo andare senza paura. Qualche volta, però, è successo di trovarmi in mezzo a combattimenti o a controlli improvvisi”.

Visti il coraggio e la destrezza dimostrati, “Liliana” diventò anche partigiana combattente: fece parte del comando Battaglione Zambelli, con il quale operò sul territorio dell’Appennino modenese. “Liliana” partecipò, infatti, agli attacchi di Cerredolo, Rocchetta, San Martino, Santa Giulia e Benedello. “A Paullo mi ha salvato la vita l’orefice locale: dove mi trovavo arrivò un gruppo di fascisti, lì comandava un fascista che conosceva la mia famiglia come antifascista e che immagino avesse saputo della mia presenza sul territorio; l’orefice uscì dalla bottega e mi prese per mano: ‘Signorina, signorina! Entri, è già pronta la sua collana’. Quindi, una volta entrata, mi indicò la porta sul retro e così filai”.
L’impegno di “Liliana” proseguì, con grande fermezza d’animo e intraprendenza, e non senza ostacoli, anche nell’organizzazione dei gruppi di difesa della donna “perché, si può immaginare, lassù mancavano i vestiti, la biancheria, non c’era niente”. Inoltre, “le ragazze della montagna dovevano pur sapere le ragioni di quello che già stavano facendo e del rischio che correvano”.
Come già detto, sono trascorsi 100 anni dalla nascita di “Liliana” Augusta Teneggi, ma sono anche passati 18 anni dalla sua scomparsa: la stessa età in cui Augusta diventò “Liliana”. Augusta che, dalla Resistenza in poi, per tutta la vita si fece chiamare “Liliana” e che, insieme alla sezione Anpi di Albinea, continuò l’attività resistente fino alla fine dei suoi giorni, nelle scuole, andando a parlare alle ragazze e ai ragazzi di quanto vissuto e di quanto scelto da lei e da tanti altri/e giovani come lei.
In questa ricorrenza, ricordiamo “Liliana” e il suo impegno, come quello dei/delle tanti/e giovani (e meno giovani) che decisero di rischiare, fino ad immolare, la vita per la democrazia e per la libertà. A beneficio di tutte e tutti noi.
Tanti auguri di buon compleanno, nonna, e infinitamente grazie!
Lucia Cuccurese












