REGGIO EMILIA – L’attesa che il Parlamento legiferi sul riconoscimento genitoriale delle coppie dello stesso sesso prosegue e al contempo proseguono anche i casi nazionali che via via si aggiungono all’elenco. Dopo Milano, tocca a Padova: la procura ha chiesto al Comune gli atti delle iscrizioni all’anagrafe per 32 famiglie e il tribunale potrebbe decretarne la nullità. Una cosa che a Reggio è già successa: nel maggio 2021 due coppie si videro annullare dal tribunale, dopo che la procura li aveva impugnati per “mancanza di una legge nazionale”, il riconoscimento genitoriale. Entrambe coppie cittadine, una delle quali formata dalla consigliera comunale e attivista Fabiana Montanari e dalla moglie Samantha Campari. Sono circa quindici le famiglie omogenitoriali note alle associazioni attive sul tema che sono state riconosciute in provincia dalle anagrafi di Scandiano, Castellarano e Novellara.
In mezzo a questi botta e risposta, oltre ai bambini figli di queste coppie, ci sono anche i sindaci. “I sindaci si sono ancora una volta presi il coraggio di fare queste trascrizioni, senza una legge, come fu per le unioni civili, come fu per le unioni civili, per stimolare il Paese ad andare in una certa direzione – sostiene il primo cittadino reggiano Luca Vecchi – Le città sono i luoghi dove certe rivendicazioni per i diritti delle persone partono per prime. Se il tribunale impone la cancellazione, il sindaco deve obbedire. E’ un fatto di serietà istituzionale. Abbiamo fatto le trascrizioni in un contesto di vuoto giuridico. A Reggio c’è un orientamento giurisprudenziale netto, non c’è bisogno di un confronto dialettico tra Comune e Tribunale, sarebbe improprio. La competenza per risolvere il problema spetta al legislatore”.
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