REGGIO EMILIA – Parliamo di immigrazione: a Reggio Emilia, in Prefettura, ci sono pratiche per il ricongiungimento famigliare bloccate da due anni. La Legge indica in 90 giorni il tempo massimo per il rilascio del nulla osta. A sollevare il caso è un avvocato specializzato sulla materia.
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Se un cittadino extracomunitario residente nel Reggiano e in possesso di tutti i requisiti richiesti dalla legge per fare domanda di ricongiungimento famigliare, vuole far venire a vivere con lui in Italia la moglie o i figli deve attendere anche due anni per ottenere il nulla osta. Nelle province vicine la pratica avviene, invece, nei tempi previsti dalla normativa, ossia entro 90 giorni. Il ricongiungimento famigliare passa attraverso le Prefetture e in quella di Reggio i tempi paiono essere da lumaca. A sollevare il caso, ai nostri microfoni, è l’avvocato Aineo Redo specializzato in giurisprudenza sull’immigrazione: “Sono tempi assolutamente ingiustificati, a Reggio ci vogliono due anni, mentre la Legge fissa il termine dei 90 giorni”. Una situazione di lentezza che sarebbe attribuibile – sostiene il legale – a questioni di natura organizzativa.
L’avvocato Redo ha 48 anni, è di origini albanesi, è arrivato in Italia nel 1996 e si è laureato all’Università di Parma. “Io ho una decina di clienti che attendono da due anni, ma nelle stesse condizioni ci sono tanti altri stranieri assistiti da miei colleghi”.
Ci sono alcuni cittadini extracomunitari che, stanchi di aspettare, hanno addirittura cambiato residenza trasferendosi in una provincia vicina: “Confermo, anzi a volte siamo stati noi a consigliare questa strada ai nostri assistiti”.
Recentemente è arrivato in Prefettura un nuovo dirigente preposto proprio alle pratiche migratorie e qualcosa sembra essere cambiato – dice l’avvocato Redo – auspicando un deciso cambio di passo.
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