REGGIO EMILIA – Si svolgerà domani alle 11, nel carcere di Marassi, l’interrogatorio di garanzia per Paolo Signorini, l’amministratore delegato di Iren arrestato ieri mattina su ordine del tribunale di Genova con l’accusa di corruzione per reati che avrebbe commesso negli anni in cui era presidente dell’Autorità portuale del capoluogo ligure. Intanto, amministratori e soci di Iren studiano le prossime mosse.
Sospeso dalle funzioni e dagli emolumenti. Iren, coinvolta suo malgrado nella bufera giudiziaria che ha portato in carcere l’amministratore delegato, ha deciso di prende di petto il problema. Contestualmente alla revoca delle deleghe, dunque, il Consiglio di amministrazione ha deliberato anche la sospensione dello stipendio e del compenso.
Il manager fu assunto alla fine di agosto 2023 con un contratto che prevede una retribuzione lorda annua fissa di 405mila euro, una retribuzione variabile di circa 140mila euro all’anno legata al raggiungimento di alcuni obiettivi e un compenso da amministratore delegato di 57mila euro. Tutto sospeso in attesa degli sviluppi dell’indagine della procura di Genova.
Questo per l’oggi. Ma con il capoazienda accusato di corruzione, urgono scelte anche per il domani. A grandi linee, l’orientamento tra i soci del patto di sindacato è delineato: Iren sta già pensando al dopo-Signorini. Se nei prossimi giorni l’amministratore delegato sospeso si dimettesse, toglierebbe le castagne dal fuoco. Viceversa, gli azionisti pubblici sono pronti alla revoca. Le decisioni verranno meditate e calibrate nel corso di un riunione del patto di sindacato che si svolgerà entro la fine della settimana.
Le opzioni sul tavolo sono due. La prima: nominare al più presto un nuovo amministratore delegato, anche se i tempi della selezione non sarebbero brevissimi e porterebbero abbastanza vicini alla scadenza del consiglio di amministrazione, nell’aprile dell’anno prossimo. La seconda opzione è quella di una fase di transizione governata dal presidente Luca Dal Fabbro e dal vice Moris Ferretti, che consentirebbe di lavorare con più calma sulla scelta del successore di Signorini.
Un altro passaggio sembra necessario. Nell’ordinanza di custodia cautelare si legge che Signorini si sarebbe rivolto all’imprenditore Aldo Spinelli affichè fossero saldate le spese del banchetto nuziale della figlia. Il conto di 6.600 euro sarebbe poi stato pagato da un altro imprenditore, Mauro Vianello, che poi Signorini, secondo la procura di Genova, avrebbe in seguito ricompensato con consulenze per Iren. Un riferimento che ha fatto drizzare le orecchie a molti in azienda e che apre le porte a un monitoraggio attento degli atti di Signorini nei suoi 8 mesi da amministratore delegato.
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