REGGIO EMILIA – Giorno importante, quello di oggi, per oltre 16mila famiglie reggiane: i piccoli dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali, statali e paritarie iniziano un nuovo anno, un anno “libero” dalle restrizioni Covid.
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Un sorriso enorme, di quelli che parlano anche quando non si sa ancora parlare, e la manina nella mano della mamma. A poco più di un anno di vita, è così che si comincia un nuovo capitolo, il primo in cui si avrà a che fare con gli altri. Tornano, o arrivano per la prima volta, nei nidi e nelle scuole dell’infanzia comunali, statali e paritarie, oltre 16mila bimbi reggiani.
Preoccupata per il fatto che non ci siano più le norme anti covid?, chiediamo a una mamma. “No, è stato gestito tutto al meglio”.
Siamo al nido Alice di via Pitagora, qui arrivano le istituzioni – l’assessore Raffaella Curioni, la presidente e il direttore Nidi e scuole Gigliola Venturini e Nando Rinaldi – per augurare a personale e piccolini il loro “buon inizio”, prima di fare la stessa cosa con la visita alla scuola d’infanzia Tondelli di Coviolo, i cui spazi esterni sono finiti recentemente nel mirino dei vandali.
E il “buon inizio” è un nuovo inizio stavolta, un ritorno al passato per famiglie e bambini reggiani, perché si ricomincia come lo si è fatto fino al settembre 2019. 11 insegnanti, l’atelierista, la pedagogista, le cuoche e gli ausiliari, non indosseranno più la mascherina.
“E’ importantissimo per i bambini che spesso stanno in braccio o prendono il biberon poter vedere visi e sorrisi”, ci spiega la pedagogista Maddalena Tedeschi.
E poi niente più “bolle”, ma ovviamente tanta attenzione e l’isolamento dei bambini con febbre e sintomi riconducibili al Covid.
I 70 piccoli delle quattro sezioni del nido Alice entreranno scaglionati nel corso di queste tre settimane, a seconda delle esigenze delle famiglie e anche per permettere un inserimento corretto per scaglioni di età. Qui gli arredi sono un mix tra i primissimi dell’anno della fondazione – era il 1978 – e gli strumenti per far scoprire il mondo ai più piccoli che tecnologie e conoscenze hanno aggiunto nel tempo.
“Dovremo riorganizzarci perché adesso gli spazi interni, le ‘piazze’, tornano a poter essere vissute, e torna l’interazione tra i bambini”.
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