REGGIO EMILIA – Saranno due giornate di festa a celebrare l’apertura, tanto attesa dai reggiani, del parco della Reggia di Rivalta, che viene restituito alla città dopo un importante intervento di recupero funzionale e valorizzazione – oltre 7 milioni di euro investiti, 6,8 del Ministero della Cultura, 700mila del Comune – che ha portato alla ri-creazione dei giardini estivi e invernali che caratterizzavano il parco in epoca estense.
Sabato 28 e domenica 29 giugno sarà possibile finalmente rivivere il parco, riportato all’antico splendore di quando la corte estense era insediata a Rivalta, attraverso un lungo fine settimana di eventi, tra musica, sport, giochi e visite guidate. I reggiani potranno passeggiare lungo i percorsi disegnati nel parco e scoprirne i diversi luoghi: le grotte, le vasche d’acqua, il belvedere, il giardino frutteto, il prato da ballo e la rotonda degli olmi, per citarne alcuni. Quello che in anni recenti era stato trasformato in un grande campo coltivato racconta oggi la storia di un luogo in cui il verde era uno degli elementi chiave dell’intero complesso monumentale, parte integrata di un unico paesaggio visivo composto dalle diverse ali della Reggia e della relativa corte.
Dopo il restauro del Palazzo della Reggia, già riaperto al pubblico, parco e Reggia sono ora pronti a essere protagonisti di questa nuova stagione che si apre nel fine settimana e che dà l’avvio ai molteplici usi di questi nuovi spazi cittadini: dall’intrattenimento alle passeggiate, dal relax alle iniziative culturali e sociali che già potranno essere sperimentate in questo fine settimana e che anticipano il futuro di un complesso pensato per essere vissuto tutto l’anno. Se infatti il parco, coi suoi 26 ettari di estensione, è stato pensato per ospitare eventi – musicali, culturali, sportivi da articolare nei suoi diversi spazi – il Palazzo della Reggia è pronto a divenire la sede del Laboratorio di Paesaggio, un progetto innovativo per la diffusione della cultura del paesaggio anche attraverso lo sviluppo di competenze e professionalità specifiche, una vera e propria “scuola del verde” in cui il parco stesso diventa laboratorio didattico.
Il progetto e i lavori
Il progetto del Parco, selezionato a seguito di un concorso internazionale (primi classificati: Openfabric, Alessandro Parodi, Fabrizio Polimone, F&M Ingegneria riuniti in Associazione temporanea d’impresa), recupera l’intuizione antica e le molteplici trasformazioni che lo hanno caratterizzato. Quanto rimasto del complesso monumentale della Reggia di Rivalta con il Belvedere, il Giardino Frutteto, il Muro di cinta, le Vasche, le Grotte, è stato oggetto di restauro scientifico e interpretativo.
Nato intorno al 1726 come simbolo dell’Assolutismo, ispirandosi al parco della Reggia di Colorno e alle suggestioni di Versailles che all’epoca facevano scuola in Europa, il Parco della Reggia di Rivalta mantenne assetto e funzioni originarie per un periodo relativamente breve e la vasta area, cancellata quasi ogni traccia dell’opera barocca passando per Rivoluzione, Restaurazione e declino della dinastia Estense e dei suoi Stati fino all’estinzione, fu convertita a uso agricolo, destinazione in essere fino a pochi anni fa.
Il recinto murario, forte testimonianza del passato, è oggi catalizzatore della memoria e traccia ancora visibile di un percorso precedentemente esistente. L’integrità di quest’ultimo e l’assenza delle assialità settecentesche suggeriscono una rilettura circolare dell’area. Da qui si è nata l’idea di realizzare un Boulevard perimetrale lungo il confine delimitato dal muro e da un doppio filare alberato formato da pioppi neri (populus nigra) ed aceri campestri (acer campestre) entrambi elementi che fortemente caratterizzano il paesaggio agricolo dell’Emilia.
Il percorso è arredato con elementi fissi in corrispondenza del filare alberato, mentre nelle vicinanza del muro perimetrale sono state piantumate specie tappezzanti quale fascia di rispetto per il segno del muro testimoniale ulteriormente delimitata da un sistema di protezione di paletti e cavi in acciaio.
L’area centrale, suddivisa dai percorsi interni in grandi campiture, si presta a un utilizzo flessibile e riconfigurabile secondo molteplici esigenze, da quelle ludico ricreative a quelle agricole come la semina di fiori e colture scenografiche. A rimarcare le intersezioni dei percorsi sono state collocate pergole in metallo a cui si arrampicherà la vite a ricordo della vocazione agricola della tenuta. Il verde è protagonista prendendo spunto dall’ecologia locale e dai diversi paesaggi storici che si sono susseguiti.
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