GUASTALLA (Reggio Emilia) – La quiete dopo la tempesta. A Pieve di Guastalla ha riaperto timidamente i battenti l’oratorio della parrocchia della Beata Vergine della Porta. Era stato chiuso nel maggio 2020 su disposizione del vescovo Massimo Camisasca. Due le motivazioni sostanziali che – secondo il capo della Chiesa reggiana – avevano portato alla decisione: la mancanza di trasparenza nella gestione di alcune attività e l’eccessivo peso dell’aspetto ludico.
Pochi giorni prima di quello stop ufficiale il parroco don Nildo Rossi, una domenica dall’altare della chiesa, durante l’omelia, aveva denunciato un quadro di consumo smodato di alcol e addirittura spaccio di droga negli spazi dell’oratorio. Nel mirino era finita la gestione del circolo Anspi che si occupava del bar dell’oratorio e dell’organizzazione della storica e frequentatissima sagra che si svolge ogni anno tra fine agosto e inizio settembre.
La chiusura dell’oratorio da parte della Diocesi aveva suscitato aspre polemiche nella comunità locale. Alcuni parrocchiani avevano dato vita a una raccolta firme per chiederne la riapertura. Riapertura che è avvenuta a poco più di un anno di distanza con uno spirito e una formula nuovi e soprattutto con la supervisione di un educatore professionale nominato in accordo con la Diocesi stessa.
Certo, i malumori restano e restano soprattutto i rimpianti degli animatori e dei frequentatori del vecchio bar che per ora rimane chiuso. Solo il tempo dirà se il nuovo corso decollerà e se la stagione delle tensioni potrà dirsi del tutto conclusa.
Guastalla Massimo Camisasca vescovo Pieve di Guastalla oratorio chiuso