LUZZARA (Reggio Emilia) – Esattamente 12 anni fa ci fu la seconda violenta scossa di terremoto che mise in ginocchio l’area nord dell’Emilia centrale. Nel Reggiano i comuni più colpiti furono Reggiolo e Rolo, ma a pagare un prezzo altissimo sono stati anche gli edifici di culto. Ricostruzione ancora non terminata ma che prosegue e regala sorprese.
L’ultima a riaprire è stata quella di Sant’Antonio Abate a Codisotto di Luzzara, appena dieci giorni fa, per le cresime. Lo stesso sacramento che era in programma il 20 maggio di 12 anni fa quando invece, nella notte tra sabato e domenica, la terra tremò bruscamente e nulla fu più come prima. Nel Modenese, nel distretto biomedicale di Mirandola, si piansero i morti e il bilancio fu pesantissimo ma anche la bassa reggiana pagò un prezzo alto con circa mille sfollati e danni ingenti a scuole e chiese.
E sono proprio i luoghi di culto ad essere ancora interessati dalla ricostruzione. Restauri che stanno anche consentendo interessanti scoperte come avvenuto proprio a Codisotto. Angelo Dallasta, direttore dell’ufficio Beni culturali della diocesi di Reggio e Guastalla: “In particolare, è tornata alla luce parte dell’antica abside affrescata con un bellissimo Cristo flagellato con a fianco uno degli evangelisti, San Matteo”.
Complessivamente, sono una settantina gli interventi di ricostruzione che riguardano luoghi religiosi, l’80% dei quali già completato grazie ai contributi della Regione e della Cei attraverso l’8×1000 e in accordo con la Soprintendenza. Una decina quelli in corso come a San Bernardino di Novellara; presto potranno iniziare anche quelli che interesseranno la città di Reggio, in particolare la chiesa di San Francesco.
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