CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – Un centro dedicato alle sole gravidanze fisiologiche, ovvero a basso rischio o gravidanze in cui il travaglio insorge spontaneamente tra la 37esima e la 41esima settimana. Il numero potenziale è di 120 parti all’anno. E’ quanto prevede il piano di fattibilità elaborato dall’Ausl di Reggio su richiesta della Regione, per la riapertura del punto nascite dell’ospedale Sant’Anna di Castelnovo Monti chiuso dal 2017 per disposizioni ministeriali.
Un piano che incontra però le forti perplessità del comitato “Salviamo le cicogne di montagna”: “Le gravidanze a rischio – dice la portavoce Nadia Vassallo – sono sempre state trattate dal Santa Maria Nuova di Reggio, quello che noi chiediamo è la riapertura del punto nascite per tutte le gravidanze fisiologiche”.
Secondo il comitato il progetto – da ostacolare – è in realtà quello di un unico punto nascita provinciale, che sarà rappresentato dal Mire: “Siamo contro questa visione perché la troviamo irrispettosa nei confronti di chi vive a molta distanza come noi in montagna”.
La Regione, nelle scorse settimane, proprio a Tg Reggio attraverso la voce del capo della segreteria politica Giammaria Manghi, si era detta pronta a una riapertura dei punti nascita dei piccoli ospedali, ma solo con il via libera del Governo. Il comitato da questo punto di vista invoca chiarezza: “Dobbiamo allora aspettare le elezioni e il nuovo Governo? – si chiede il comitato – Ma prima quando avevano fatto le promesse sulla riapertura non avevano interloquito con il Governo?”.
Secondo il comitato una diversa organizzazione del personale sanitario potrebbe portare alla riapertura del punto nascita.
Riapertura punto nascite di Castelnovo Monti: le Cicogne bocciano il piano dell’Ausl. VIDEO
7 agosto 2022Il Comitato ‘esprime forti perplessità di fronte al piano di fattibilità elaborato dall’azienda sanitaria e invoca chiarezza da parte della Regione: “E le promesse? Dobbiamo ripartire da capo con il nuovo Governo?”