REGGIO EMILIA – Tra agosto e dicembre dell’anno scorso la prefettura ha revocato le misure di accoglienza a 162 richiedenti asilo che, avendo trovato un lavoro, avevano superato la soglia dell’assegno sociale, pari a 5.900 euro di reddito annuo. La vicenda, portata alla luce nel dicembre scorso da Tg Reggio, è stata esaminata alla Camera in seguito a un’interrogazione presentata da Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, fortemente critica verso la prefettura reggiana.
Il sottosegretario di Stato per l’Interno, Ivan Scalfarotto, rispondendo a nome del Governo, ha però detto che le revoche disposte dal prefetto Iolanda Rolli si configurano come “atti dovuti”. In più, la prefettura non ha ignorato le conseguenze che i provvedimenti avrebbero avuto su persone a basso reddito e prive di una rete famigliare, ha spiegato Scalfarotto, “e ha manifestato agli enti gestori la possibilità di utilizzare gli appartamenti formalmente adibiti a centri di accoglienza straordinaria, ma attualmente non occupati, per accogliere senza oneri a carico dell’erario i richiedenti asilo”.
Per il Governo, dunque, “la prefettura di Reggio Emilia ha cercato di contemperare la necessità di contenere gli effetti che l’attività intrapresa avrebbe avuto, con l’esigenza di esercitare a pieno la propria funzione di monitoraggio e controllo dei Cas”.
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