REGGIO EMILIA – Riqualificare a beneficio di persone che si sentono squalificate per via della loro condizione sociale di detenuti o detenute. Si basa sull’esperienza educativa della città di Reggio il lavoro corale che ha dato un volto nuovo alle stanze nelle quali i padri e le madri che stanno scontando una pena nel carcere della Pulce incontrano le loro famiglie.
L’allestimento è stato pensato e sviluppato nell’ambito del corso di dottorato di ricerca avviato dal dipartimento di Educazione e Scienze umane di Unimore con la Fondazione Reggio Children per formare figure competenti nella progettazione pedagogica. “Gli spazi non sono volumi, ma luoghi essenziali per la qualità della relazione” sono state le parole di Carla Rinaldi, presidente di Reggio Children, mentre il sindaco Luca Vecchi ha parlato di un investimento che, migliorando dei luoghi, ha messo al centro i diritti delle persone recluse che li vivono.
Favorire l’autostima, non solo degli adulti ma anche dei più piccoli, è l’obiettivo di un ambiente confortevole. Il tutto per favorire nel detenuto la percezione della propria identità genitoriale, una consapevolezza che può diminuire sensibilmente il rischio di recidiva. Quella che era chiamata “ludoteca”, aperta nel 2005, è stata così riqualificata attraverso interventi di risanamento eseguiti direttamente dai carcerati che, attraverso il laboratorio di falegnameria gestito dalla cooperativa L’Ovile, hanno lavorato anche agli arredi. Tra i partner dell’iniziativa anche l’Enaip, il consorzio Oscar Romero, le Farmacie Comunali Riunite e il Lions Club.