REGGIO EMILIA – Il presidente della Regione Michele De Pascale ha scritto nelle scorse settimane una lettera al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per spiegargli la situazione del personale dell’Ufficio Antimafia delle prefetture di Reggio, Modena, Bologna e Ferrara: 18 persone, di cui 4 nella nostra città, che dal primo ottobre sono diventate dipendenti della Regione stessa. Ma che hanno lasciato i loro uffici nelle prefetture per assumere altri incarichi.
Il capo di gabinetto del Presidente Regione, l’ex sindaco di Reggio Luca Vecchi, è andato poi fisicamente a Roma per parlare con i dirigenti del Ministero. Si lavora dunque – Regione e prefetture insieme – per raggiungere un accordo, un protocollo di collaborazione che permetta ai funzionari di continuare a svolgere il prezioso lavoro che hanno portato avanti dal 2014 a oggi e di non disperdere le conoscenze costruite negli anni. Quel personale infatti arrivò nelle prefetture perché dopo il terremoto del 2012 fu creata “l’agenzia per la ricostruzione”: partendo dai controlli nei cantieri del cratere sono poi diventati a tutti gli effetti degli uffici antimafia, che lavoravano sulle informative collegate alle white list insieme ai gruppi interforze.
La Regione si è spesa da subito per salvare i posti di lavoro. Questi funzionari, precari da più di 10 anni, ora hanno un contratto a tempo determinato fino a luglio 2026, che poi diventerà a tempo indeterminato. Resterà da capire se e quanti di loro accetteranno l’accordo proposto. Si ipotizza di utilizzare l’istituto del “comando”, frequente nel pubblico impiego: l’assegnazione temporanea di un dipendente a un’altra amministrazione. Oppure un accordo che potrebbe diventare definitivo. Le prossime settimane saranno decisive.
Il lavoro dell’ufficio nel frattempo non si è fermato, altri funzionari sono stati dirottati all’ufficio interdittive, ma senza i funzionari che erano già stati formati per questo i tempi si allungano inevitabilmente.
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