PARMA – Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e Teatro Regio di Parma insieme per la coproduzione del nuovo allestimento dell’opera “Orfeo e Euridice”, musica Christoph Willibald Gluck: in scena al Teatro Regio di Parma nei giorni 23, 25, 29 e 31 gennaio 2026 e al Teatro Municipale Valli il 10 e 12 aprile 2026, con la regia firmata dall’artista multidisciplinare di origine iraniana, Shirin Neshat.
Il progetto prevede due diverse orchestre e direttori, entrambi specializzati nel repertorio barocco: a Parma, Fabio Biondi guiderà l’Orchestra Filarmonica Toscanini, mentre a Reggio Emilia sarà Federico Maria Sardelli a dirigere Modo Antiquo, l’orchestra da lui fondata che utilizza strumenti antichi. “Oltre al Reggio Parma Festival, che vede le due città e tre teatri (Teatri di Reggio, Regio e Teatro Due) unire le forze per realizzare progetti artistici che nessuno di noi singolarmente sarebbe in grado di completare, abbiamo immaginato una nuova coproduzione con il Teatro Regio su un’opera lirica: sarà interessante poter assistere ad entrambe le versioni per cogliere le due diverse letture musicali dei due direttori, entrambi specializzati nel barocco”, aggiunge il direttore della Fondazione I Teatri, Paolo Cantù.
Azione teatrale per musica in tre atti composta intorno al mito di Orfeo, su libretto di Ranieri de’ Calzabigi, sarà proposta nella versione di Vienna del 1762 in italiano: nei panni di Orfeo ci sarà Carlo Vistoli, uno dei più celebri contralti, apprezzato per la bellezza naturale e la morbidezza del suo timbro, la chiara dizione e l’eccezionale proiezione per un registro di voce così particolare, oltre alle magnifiche doti recitative. Euridice sarà Chiara Fiorani mentre Nadja Mchantaf darà vita a Amore
Il tragico amore tra Orfeo ed Euridice, che ha ispirato poeti e artisti per secoli, sarà interpretato attraverso la visione innovativa di Shirin Neshat: vincitrice del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1999, del Leone d’Argento per la Miglior Regia al Film Festival di Venezia nel 2009 e del Praemium Imperiale a Tokyo nel 2017, ed attualmente presente con una sua personale al Padiglione di Arte Contemporanea di Milano, Neshat si è confrontata con la fotografia, il video, il cinema e il teatro, creando narrazioni altamente liriche, oltre a visioni politicamente cariche, che mettono in discussione questioni di potere, religione, razza e relazioni tra passato e presente, Oriente e Occidente, individuo e collettività. La lente attraverso cui Neshat interpreta la Storia e la Contemporaneità non solo del suo Paese d’origine, l’Iran, ma del mondo intero, è lo sguardo delle donne, ma la sua ricerca travalica il tema di genere e, partendo dal dualismo uomo-donna, indaga le tensioni tra appartenenza ed esilio, salute e disagio mentale, sogno e realtà.
Completano il cast artistico: Heike Vollmer (scene), Katharina Schlipf (costumi), Valerio Tiberi (luci), Yvonne Gebauer (coreografie), Martino Faggiani (maestro del coro)