REGGIO EMILIA – E’ stato detenuto per un mese in un carcere di massima sicurezza. Prossimamente dovrà affrontare un processo, ma nel frattempo non può usufruire di una serie di servizi pubblici nel suo Paese: Iddo Elam è un 20enne israeliano che ha rifiutato di arruolarsi nell’esercito. La leva in Israele é obbligatoria ed è passata da due a tre anni dopo il 7 ottobre 2023.
Ora sta girando l’Europa per portare la sua testimonianza di opposizione al Governo Nethanyau: una mobilitazione che lo ha portato anche a Reggio Emilia.
“Il mio Paese ha commesso un genocidio e sta occupando illegalmente parte della Palestina. Abbiamo bisogno del supporto dell’opinione pubblica qui in Europa e in Italia. Vi chiedo di non sostenere il Governo israeliano, di non essere complici”.
Commentando poi l’attentato contro la comunità ebraica dei giorni scorsi a Sidney, e il rischio di ripresa di episodi di antisemitismo nel mondo, il giovane di Tel Aviv dice: “L’antisemitismo purtroppo è sempre esistito e va condannato, ma non bisogna confondere l’antisemitismo con l’opposizione a quanto il Governo di Israele ha fatto a Gaza e alle politiche condotte in Cisgiordania”.
A Reggio Iddo Elam ha dialogato con Cosimo Pederzoli attivista da anni impegnato a sostegno della causa palestinese e rientrato in città da un recente viaggio in Cisgiorndania, da dove arriva anche una notizia positiva circa le sorti della casa alloggio per i pacifisti internazionali che si trova nel villaggio di Tuwani e sulla quale c’é un murale realizzato da un gruppo di artisti reggiani. Il Governo israeliano aveva dato ordine di demolirlo, ma… “Abbiamo ottenuto una sospensione, abbiamo dovuto pagare una somma per il contenzioso legale e ora la questione sarà discussa prossimamente davanti alla Corte di Gerusalemme”, spiega Pederzoli.
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