REGGIO EMILIA – Le torri bolognesi degli Asinelli e della Garisenda non mancano, così come i monumenti della Ravenna Bizantina. Per il territorio modenese c’è il duomo del capoluogo e di sicuro non si poteva tralasciare il Museo Ferrari a Maranello. Insomma, la nostra regione può offrire tanto ad un turista dal punto di vista storico e ambientale e chi vuole diventare una guida è giustamente chiamato a studiare questi siti, che sono stati inseriti nel programma dell’esame nazionale. Un elenco dal quale è stato completamente escluso il territorio di Reggio, insieme a quelli di Parma e Piacenza.
Il concorso per il conseguimento dell’abilitazione all’esercizio della professione di guida turistica è stato indetto dal ministero del turismo e prevede il superamento di un esame: le prove scritta e orale seguite da quella pratica di simulazione di una visita. Allegato al bando l’elenco dei siti turistici che possono essere chiesti dalla commissione.
Tra questi non c’è la Pietra di Bismantova, montagna unica e simbolica in appennino citata nella Divina Commedia di Dante Alighieri. Non c’è traccia dei castelli medievali disseminati in provincia nel segno di Matilde di Canossa. Nessun riferimento alla Regium Lepidi voluta dal console romano Marco Emilio Lepido nel secondo secolo avanti Cristo o ai Chiostri di San Pietro, il complesso monumentale rinascimentale ogni anno ammirato dalle migliaia di visitatori di Fotografia Europea. Escluso anche il Parmigiano Reggiano, con le tradizioni che i produttori tramandano da secoli. E ci fermiamo qui. Anche Parma e Piacenza sono state completamente ignorate.
“La mancata considerazione di questi luoghi nel programma d’esame rischia di produrre una grave carenza alla formazione delle future guide turistiche” ha detto la deputata della Lega Laura Cavandoli, che ha presentato una interrogazione parlamentare al ministro del turismo Daniela Santanchè.
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