REGGIO EMILIA – Il Comune, insieme a Legacoop Emilia Ovest, Cgil e l’associazione Nondasola, ha promosso il progetto “lavoro. Vita. Benessere. Work life balance e parità di genere: un’opportunità per tutte e tutti”. Finanziato con 26mila euro dalla Regione, si concretizzerà in una serie di incontri di approfondimento sugli strumenti organizzativi e legislativi della conciliazione tra vita e lavoro.
Il progetto si rivolge al corpo dirigente e ai funzionari dei soggetti coinvolti, proponendo seminari, momenti formativi e di affiancamento di gruppo o individuale che si terranno nei prossimi mesi. “Quando abbiamo immaginato questo progetto non potevamo prevedere l’emergenza che stiamo vivendo in questi giorni, ma eravamo consapevoli di quanto ci fosse da lavorare su questi temi anche in una realtà economicamente avanzata come Reggio Emilia – le parole di Lanfranco De Franco, assessore con delega alla Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro – Le nuove tecnologie e forme organizzative, se usate in modo intelligente, permetteranno alle persone una migliore gestione del rapporto tra la propria vita e il tempo dedicato al lavoro. In più, si potranno ridurre o armonizzare gli spostamenti all’interno delle città, con benefici anche in termini di riduzione del traffico e di inquinamento atmosferico”. De Franco ha aggiunto: “Ora che l’emergenza ci sta mostrando un’applicazione concreta, per quanto parziale, di uno smart working obbligato, possiamo analizzare meglio aspetti positivi e anche eventuali problematiche”.
Il presidente di Legacoop Emilia Ovest, Edwin Ferrari, ha aggiunto: “Si tratta di un’iniziativa in cui crediamo perché va incontro alle persone e alle mutevoli contingenze lavorative, come il periodo emergenziale che stiamo vivendo purtroppo dimostra. La qualità del lavoro e della vita sono interconnessi, e favorire un’armonia tra i due aspetti è auspicabile per il benessere delle comunità e delle imprese”.
“L’obiettivo è quello di cambiare la modalità di approccio lavorativo, di dare uno strumento in più che affianchi con pari dignità gli strumenti più tradizionali – ha affermato Elena Strozzi della Segreteria di Cgil Reggio Emilia – tenendo anche conto che la flessibilità dell’orario di lavoro, lo smart working e la digitalizzazione possono contribuire a ridurre il gap di genere sul lavoro, sia in termini di retribuzione sia di nuove opportunità occupazionali”.
Il progetto, che prenderà il via nei prossimi mesi, non appena cessata l’emergenza Coronavirus, prevederà, oltre a moduli universali sugli strumenti conciliativi, anche alcuni moduli specifici sui temi della conciliazione vita lavoro delle donne in collaborazione con l’associazione Nondasola, volti a far emergere i vantaggi competitivi che possono dare gli strumenti conciliativi femminili in ambito aziendale e a riconoscere le molteplici forme della violenza sulle donne.