REGGIO EMILIA – Il suono delle sirene che entra nei microfoni collegati alla riunione su Zoom, con alcuni partecipanti costretti ad abbandonarla per scendere le scale e rifugiarsi in scantinati o interrati. Scene di questo tipo passano davanti agli occhi degli psicologi di un’associazione, la Emdr Italia, impegnata in questi giorni a fianco dei teraupeuti ucraini al lavoro con la popolazione colpita dalla guerra.
Tra i suoi soci c’è una reggiana, Laura Torricelli. “Il nostro aiuto – spiega – consiste nel fare rielaborare ai colleghi presenti nelle città assediate il disagio e il dolore causato da quanto stanno vivendo. Lo stesso tipo di approccio sarà utilizzato da loro nei confronti della popolazione locale”.
Emdr è la sigla che indica un particolare tipo di approccio che si è rivelato efficace nell’affrontare i disturbi legati a esperienze traumatiche o di pesante stress. Questa sorta di corso di aggiornamento che vuole fornire strumenti in più a chi deve occuparsi della salute mentale della gente colpita dalla guerra è rivolto anche ai professionisti che si trovano nelle zone di confine, come in Polonia, dove stanno affluendo a migliaia gli sfollati. Attività mirate sempre a portare sollievo alle persone saranno rivolte prossimamente, sempre utilizzando la stessa metodologia, anche ai profughi arrivati sul nostro territorio.
La Emdr Italia, che è affiliata alla Emdr Europa, si attiva in situazioni di calamità e traumi collettivi. Laura come volontaria nel 2017 è stata a Norcia in soccorso ai terremotati. “In particolare ci prendiamo carico dei minori – ci racconta – entrando anche nelle scuole”.
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