REGGIO EMILIA – Quella mano che ha sferrato colpi di coltello nella notte è stata mossa da un giovane in preda a un forte disturbo psichiatrico. Così ha stabilito la Corte d’assise di Reggio Emilia nell’udienza che ha assolto il 27enne Davide Gaudiero dall’accusa di omicidio volontario. La volontà era inesistente al momento del delitto secondo il giudice Dario De Luca e secondo la giuria popolare. D’altra parte l’assoluzione è stata chiesta, dopo una breve requisitoria, dal pm Isabella Chiesi, in un processo che era già tutto nelle carte.
Il 21 novembre scorso l’imputato uccise lo zio paterno Paolo di 57 anni, mentre dormiva, con cinque coltellate al petto. Quello zio che da quattro anni viveva nell’abitazione di via Primo Maggio, nel quartiere ospizio, per aiutare il fratello costretto su una carrozzina. A distanza di poche ore dal fatto di sangue l’omicida racconterà di avere agito sulla spinta di voci che gli indicavano la vittima come una presenza minacciosa. Una schizofrenia della quale soffriva da anni e che è stata confermata dalla perizia psichiatrica.
Davide Gaudiero è rimasto finora ospite del carcere della Pulce nel settore dedicato a chi soffre di malattie mentali. La sentenza di assoluzione non ha escluso la sua pericolosità sociale. Per questo motivo dovrà passare i prossimi due anni assistito presso una Rems. L’avvocato difensore Lalla Gherpelli, soddisfatta per una misura di sicurezza comminata che definisce “modesta e comprensiva” si è interessata per collocare al più presto in una struttura consona il suo assistito. Dal 3 giugno potrebbe essere trasferito alla Rems di Parma. Soddisfatto anche il padre che aveva fatto presente come l’istituto penitenziario non fosse la sistemazione idonea per il figlio.
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