REGGIO EMILIA – Le aziende della nostra provincia continuano ad assumere e i dati sono confortanti in un periodo che resta problematico.
Sono 4.040 i nuovi contratti previsti per il mese di novembre e 12.960 quelli per il trimestre novembre-gennaio. Sia su base mensile che trimestrale, l’offerta di lavoro appare un po’ inferiore a quella dello scorso anno (-4,7% e -4,8%), ma va sottolineato che nel 2021 furono proprio i mesi di coda a far segnare un autentico boom dei nuovi contratti, con un’economia locale in grado di chiudere l’anno con un aumento del Pil dell’8%.
Il riscontro del dinamismo che ancora caratterizza il mercato del lavoro locale viene peraltro confermato dal permanere di un numero di nuovi contratti che è largamente superiore a quello del periodo pre-covid, con un +34,2% sul mese di novembre 2019 e un + 23,5% sul trimestre novembre 2019/dicembre 2020.
I dati arrivano dal Sistema informativo Excelsior, analizzati dall’Ufficio Studi della Camera di evidenziano che le entrate previste per novembre 2022 si concentreranno per il 61% nel settore dei servizi, con 2.480 nuovi ingressi e un +2,9% rispetto al novembre 2021 e per il 52% saranno in capo ad aziende con meno di 50 dipendenti.
Nell’ambito del comparto, il più elevato numero di nuovi contratti è previsto per il turismo e i servizi di alloggio, con 670 nuovi ingressi (+55,5% rispetto al dato di novembre 2021), seguito dal commercio con 480 nuovi contratti, con un incremento del 26,3%; in flessione, invece, la richiesta di addetti per industria e costruzioni (che a novembre dello scorso anno segnarono crescite oltre il 50% anche rispetto al periodo pre-Covid) e, infine, i servizi alle imprese e alla persona.
Nel 24% dei casi – rileva la Camera di Commercio – le entrate previste saranno stabili, cioè con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 76% dei casi saranno a termine (a tempo determinato o con altri contratti con durata predefinita). Le nuove entrate nel mondo del lavoro interesseranno per una quota del 33% giovani con meno di trent’anni, per i quali è comunque richiesta, nel 66% dei casi, il possesso di esperienza professionale specifica o nello stesso settore.
Come ormai accade puntualmente, le aziende incontreranno difficoltà anche nel mese di settembre per il reperimento di alcune figure professionali (in 52 casi su 100). Nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, il reperimento di progettisti, ingegneri e professioni assimilate è difficile nel 77,6% dei casi, lo è nel 70,9% dei casi per tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione, nel 67,5% per tecnici della sanità, dei servizi
sociali e dell’istruzione, nel 65% dei casi per farmacisti, biologi e altri specialisti delle scienze della vita.
Riguardo l’ambito degli impiegati e delle professioni commerciali e nei servizi, di difficile reperimento sono gli addetti alla gestione dei magazzini, della logistica e degli acquisti (61,6% dei casi), i cuochi, camerieri ed altri professionisti dei servizi turistici (56,2% dei casi), gli operatori dell’assistenza sociale in istituzioni o domiciliari (55,2% dei casi). Nel segmento degli operai specializzati le difficoltà si scontano soprattutto nella ricerca di operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione di edifici (82,1%), di operai specializzati nelle industrie chimiche e della plastica (70,2%), di operai specializzati nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (58,2% dei casi) e di conduttori di mezzi di trasporto (57,4%).