REGGIO EMILIA – Si aprono i cantieri, ma sono quelli sportivi della seconda edizione del progetto “Change”. L’iniziativa mette sul tavolo 42mila euro ed è rivolta al mondo dello sport, cioè società e associazioni sportive, dilettantistiche e federazioni, e serviranno a finanziare sette progetti, con 6mila euro l’uno, da realizzare nei quartieri per intercettare i giovani e coinvolgerli grazie al lavoro e alla presenza di educatori professionisti e di allenatori.
Interessati i ragazzi dai 14 ai 20 anni, l’opportunità di stare insieme durante i mesi estivi nei parchi, nelle piste polivalenti e in altri luoghi della città. “Con la prima edizione dei Cantieri sportivi – ha detto l’assessora allo Sport, Raffaella Curioni – è stata messa in campo una collaborazione virtuosa tra sport ed educazione che ha permesso di costruire nuove possibilità per ragazzi e adolescenti, dando vita a luoghi di aggregazione informale. La risposta è stata molto positiva: oltre 100 ragazzi, che non praticavano alcuna disciplina, hanno partecipato in modo stabile alle attività, dimostrando anche talenti che non conoscevano. Questo testimonia il valore dello sport come opportunità anche se praticato in modo informale”.
I luoghi per i quali è possibile presentare i progetti di cantieri sportivi sono il quartiere Rosta Nuova, San Prospero Strinati, Parco il Carrozzone, la zona della Stazione cioè via Turri e via Paradisi, il Campo di Marte del Villaggio Stranieri, il Centro Storico e il Quartiere Fenulli-Compagnoni. Le società sportive possono presentare le loro proposte sino alle 13 del 28 marzo e il bando è reperibile sul sito del Comune.
Una volta organizzate le attività, i ragazzi potranno prendervi parte gratuitamente. Molto positivo il bilancio della prima edizione e per questo si è pensato a replicare, con occhio attento alle fragilità e alle nuove esigenze sociali. “L’esperienza dei cantieri sportivi riprende un progetto sviluppato alcuni anni fa dalla Fondazione, aggiornandolo e modellandolo alle nuove esigenze emerse in questi anni e alla situazione molto più complessa che dobbiamo affrontare nell’epoca Covid – ha aggiunto il presidente della Fondazione per lo Sport, Mauro Rozzi – Si tratta di una progettualità per un mondo sportivo che è sempre più trasversale alla dimensione sociale, in cui alle attività più formalizzate dell’associazionismo e delle società si affianca una pratica più libera e destrutturata. Viene così ampliata la platea dell’offerta, raggiungendo un target che non praticava sport e che non ne aveva avuto l’opportunità, e credo che questo sia il vero valore aggiunto dei cantieri sportivi”.
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