REGGIO EMILIA – Era lì anche quel maledetto 7 luglio del 1960, testimone silenzioso della tragedia che stava per consumarsi e che avrebbe cambiato nome alla piazza dove da trent’anni aveva messo le radici. Da stamattina non c’è. La ditta incaricata dall’amministrazione comunale ha infatti provveduto ad abbattere il cedro del Libano che da quasi cent’anni catturava lo sguardo di tutti i reggiani che passavano dalla piazza, tra i Musei Civici, il Teatro Valli e il monumento dedicato proprio ai Martiri del 7 luglio. La rimozione si è resa necessaria a causa della malattia che negli ultimi anni ne aveva minato lo stato vegetativo rendendolo potenzialmente pericoloso per la pubblica incolumità. A rischio crollo in un luogo centrale e molto frequentato della città. A certificarlo la duplice analisi condotta dalle due ditte consulenti del Comune, Progetto Verde e Fitoconsult, che ne hanno evidenziato il marcato declino e la conseguente pericolosità.
L’amministrazione promette che presto un esemplare simile sarà piantumato al suo posto: “Vista l’importanza storica, al pari di quello dell’elefantino simbolo dei Giardini pubblici, costantemente controllato – assicura l’assessora Carlotta Bonvicini – procederemo presto alla sua sostituzione con un altro esemplare di buone dimensioni. La nuova piantumazione verrà effettuata non appena saranno terminate le operazioni di risanamento del terreno al fine di evitare un potenziale danneggiamento del nuovo esemplare”.
La storia dei cedri simbolo del periodo liberty di Reggio proseguirà, ma oggi per tanti mentre tronco dopo tronco il maestoso albero lentamente veniva abbattuto, è stato come dire addio a un vecchio amico.
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