REGGIO EMILIA – Una vigna storica, antica, un esempio di “vite maritata all’olmo”, una metodologia di coltivazione tradizionale le cui origini risalirebbero addirittura agli etruschi: un esempio di eccellenza nella viticoltura reggiana è stato oggetto di un atto vandalico tanto insensato quanto inspiegabile.
Questa mattina i volontari che abitualmente curano il Giardino di Gabrina si sono accorti che circa 40 viti erano state segate ad un’altezza di circa 40 centimetri, con un taglio netto e preciso.
Spiega Adriana Della Seta: “Ad avvertirci è stato un signore che è passato dalla vigna con il suo cane. Siamo davvero esterrefatti e increduli: questa vigna storica, uno dei pochi casi di vigna maritata ancora presenti sul territorio, veniva curata da un volontario del verde che conosceva il vecchio contadino che la coltivava in precedenza. Questo taglio indiscriminato deve essere stato fatto di notte, non sappiamo se con una sega a mano o con un macchinario perchè comunque tagliare 40 piante avrà richiesto un certo tempo. Non è quindi un vandalismo frutto di un atto repentino, ma un gesto ragionato e portato avanti con pervicacia. Anche parlando con il volontario che accudisce la vigna però non riusciamo a trovare alcuna motivazione per quella che potrebbe sembrare una ripicca”.
Conclude la volontaria: “Qui al Giardino di Gabiria abbiamo anche un giardino officinale e un orto, e non abbiamo mai avuto vandalismi, al massimo qualcuno portava via qualche pomodoro. Ora non sappiamo se la vigna così rovinata sia recuperabile, lo speriamo perchè sarebbe davvero una brutta perdita”.
Il Giardino di Gabiria, in via Cugini, fa parte del parco delle Acque Chiare ed è un luogo identitario del quartiere che nel tempo è diventato fulcro di attività tra cura del territorio, valore culturale, integrazione sociale e inclusione di soggetti in condizioni di disagio ed emarginazione.















