REGGIO EMILIA – Si procede spediti col progetto “stazione Off”. “Off” come “spento”, nel senso che l’obiettivo è trovare una soluzione alla situazione bollente di disagio per i residenti da una parte e di enorme fragilità umana dall’altra che si è venuta a creare in piazzale Marconi e dintorni negli ultimi anni.
“Off” come il piano “Reggiane Off” che nel giro di un anno e mezzo, con la coda finale nel settembre del 2021, consentì di trovare un percorso per i senza fissa dimora che occupavano parte dei capannoni delle ex Officine. Il modello che si vuole utilizzare in stazione è il medesimo. Per questo mercoledì, assieme a rappresentanti del Comune, anche quelli dell’Ausl saranno in prefettura per iniziare a progettare l’iter che prevede una sinergia di azioni sociali, sanitarie e delle forze dell’ordine.
Proprio come venne fatto allora in via Agosti, anche le persone che gravitano giorno e notte in stazione dovranno essere censite e conosciute, per capire quale possa essere per ognuna il percorso migliore. I numeri, quantomeno sulla carta, sono inferiori rispetto a quelli della ex popolazione delle Reggiane: qualche decina rispetto a un centinaio di persone ma questo non vuol dire che il piano sia di più facile applicazione perché sono diverse anche le problematiche.
In stazione c’è un grande problema di abuso, e non solo di spaccio, di crack con conseguenze sanitarie importanti per le persone coinvolte. Inoltre, a differenza che per le palazzine di via Agosti, l’area è pubblica e residenziale: non potrà quindi essere chiusa e le azioni che si deciderà di mettere in campo dovranno ovviamente coesistere con le funzioni della stazione e la sicurezza dei residenti. Dopo l’incontro in prefettura di mercoledì, il passo successivo rispetto al coinvolgimento largo e di rete sarà, l’1 febbraio, l’incontro con le associazioni firmatarie della convenzione sulla zona.
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