REGGIO EMILIA – Dopo il pensionamento di Giorgio Grandinetti, nel luglio del 2017, la guida della Procura di Reggio fu affidata a un reggente, il sostituto procuratore Isabella Chiesi. Per l’incarico di procuratore capo presentarono domanda 15 magistrati. Tra questi c’era anche Mescolini, sostituto della Direzione distrettuale antimafia di Bologna, artefice delle indagini sulla ‘ndrangheta nel nostro territorio, all’epoca pubblico ministero nel processo Aemilia. Dei 15 candidati, 5 rinunciarono, uno non era legittimato e due furono destinati ad altro incarico. La lista si ridusse dunque presto a 7 nomi, ma le candidature forti erano due: quella di Mescolini, appunto, e quella di Alfonso d’Avino, procuratore aggiunto a Napoli.
Il 14 febbraio 2018 il Plenum del Csm discusse per la prima volta delle candidature. A favore di Mescolini intervennero Massimo Forciniti, relatore di maggioranza, esponente della corrente Unità per la Costituzione, e Piergiorgio Morosini di Magistratura Democratica. Luca Forteleoni, relatore di minoranza, e Lorenzo Pontecorvo, entrambi di Magistratura Indipendente, si pronunciarono invece per D’Avino. I sostenitori di quest’ultimo non negarono che Mescolini avesse i numeri per fare il procuratore capo a Reggio, ma sottolinearono che D’Avino aveva maggiore anzianità e aveva operato in una grande Procura sul fronte della lotta alla Camorra.
Più di tre mesi dopo, il 24 maggio, la Quinta commissione del Csm, competente per il conferimento degli uffici direttivi, votò sulle candidature. Mescolini ottenne 3 voti. Un voto andò a D’Avino e un altro a Claudio Mazza, consigliere di Corte d’Appello a Brescia. Si trattava di una proposta che doveva passare al vaglio del Plenum, ma sembrava fatta. Invece tutto si bloccò di nuovo, fino al 4 luglio. Quel giorno al Plenum del Csm, prima una nuova richiesta di rinvio della nomina venne bocciata con 11 voti contrari, poi il consigliere Forteleoni, sostenitore di D’Avino, spiegò che quest’ultimo veniva proposto anche per la Procura di Parma e che la sua nomina per quell’ufficio avrebbe comportato il ritiro della candidatura per Reggio. E’ la svolta: D’Avino viene nominato procuratore di Parma con 12 voti a favore. Poi tocca alla Procura di Reggio. Mescolini conquista addirittura 17 voti su 22: due consiglieri si astengono e tre votano per Claudio Mazza.
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