REGGIO EMILIA – I Nas di Parma hanno posto sotto sequestro in val d’Enza un impianto per la disossatura dei prosciutti, sequestrando 24 tonnellate di cosce conservate in celle frigo non funzionanti.
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Migliaia e migliaia di cosce di maiale, prosciutti crudi in lavorazione, conservati in celle frigorifere non funzionanti: è il quadro allarmante che si sono trovati davanti i carabinieri del Nas ispezionando un macello della val d’Enza. L’ispezione, a cui hanno partecipato anche i tecnici del servizio veterinario dell’Ausl, si è conclusa con un maxi-sequestro. Le celle frigorifere usate per lo stoccaggio e la conservazione delle materie prime, infatti, erano fuori uso. All’interno di quei frigoriferi, secondo le misurazioni dei Nas, la temperatura era di 25 gradi. I carabinieri hanno sequestrato così più di 2mila prosciutti crudi in lavorazione, già disossati, per un peso complessivo di quasi 16 tonnellate. Stessa sorte per altre 800 cosce non ancora disossate del peso di 8 tonnellate.
Sono stati posti i sigilli anche allo stabilimento, comprese le attrezzature di lavorazione. Dai controlli è emerso infatti che l’impianto non è in possesso delle autorizzazioni amministrative e sanitarie per lo svolgimento dell’attività di lavorazione di prodotti a base di carne. Fraudolenta, dunque, l’apposizione sul prodotto finito del bollo CE. L’azienda è sì autorizzata a questo tipo di lavorazioni, ma l’autorizzazione è relativa a un altro stabilimento, in un altro comune della provincia di Reggio, che è attualmente in disuso. Il valore della merce e dell’attrezzatura sotto sequestro è di circa 2 milioni di euro.
Al legale rappresentante dell’azienda, un uomo di 35 anni residente a Reggio, è stato contestato il reato di frode in commercio. L’azienda è stata segnalata anche al sistema di tracciamento del cibo, per i prosciutti già finiti sul mercato.
L’azienda è stata segnalata anche al Rasff, un sistema di tracciamento del cibo, per i prosciutti già messi in commercio. Il valore della merce e dell’attrezzatura sotto sequestro è di circa due milioni di euro.
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