REGGIO EMILIA – Ha rivendicato, senza false modestie, il lavoro fatto in poco più di due anni, mettendo l’accento sulla prevenzione, sulla collaborazione con carabinieri e polizia locale e sull’ascolto dei cittadini. E ha scelto di farlo chiamando di fianco a sé i suoi due principali collaboratori – il vicario Andrea Salmeri e il capo di gabinetto Domenico De Iesu – per sottolineare che si è trattato di un lavoro corale, coordinato dai vertici ma reso operativo dagli agenti.
Alla vigilia del trasferimento a Perugia, Antonio Sbordone ha voluto incontrare i cronisti per un commiato e un bilancio. Fra i risultati di cui si è detto soddisfatto, il questore ha citato l’aumento delle pattuglie sul territorio, la riapertura del posto di polizia in via Turri e il contrasto alla criminalità organizzata. “Gli ‘ndranghetisti sono in carcere – ha detto Sbordone – e i reati spia sono drasticamente diminuiti. In più, sono ancora in corso indagini importanti della squadra mobile che daranno presto i loro frutti”.
Di Reggio Emilia, il questore ha parlato come di una città che, con l’Arena del Campovolo, è destinata a fare ulteriori progressi. “Una città tranquilla, che però si sente minacciata perché qui la soglia del ‘dolore’ è più bassa e per fortuna non ci si accontenta”. Ma neppure le zone più degradate, come le ex Reggiane, sono terra di nessuno, ha detto Sbordone, ribadendo la sua contrarietà a uno sgombero indiscriminato.
Arrivato in città a fine 2017, Sbordone lascia all’inizio del 2020. Anni nei quali, dopo una lunga stagione di progressivo indebolimento, la questura reggiana ha finalmente conosciuto un forte potenziamento degli organici: 50 agenti in più, che diventeranno 80 entro la fine del 2021. Come accade in questi casi, resta qualche progetto ancora da concludere e un’idea soltanto accarezzata: quella di intitolare la caserma di via Dante al pittore Antonio Fontanesi, superando l’intitolazione al generale Enrico Cialdini che nella repressione del brigantaggio si macchiò di gravi crimini.
“Sbordone ha fatto molto per la comunità reggiana – ha detto il sindaco Luca Vecchi – e la città gli è grata per la professionalità, la dedizione e l’alto senso etico e civile con il quale ha interpretato il proprio ruolo, conseguendo risultati molto rilevanti”.
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