REGGIO EMILIA – Dodici istituti comprensivi, che in città aggruppano 41 scuole elementari e 13 medie, si preparano ad accogliere 12 mila 586 bambini e ragazzi: un calo di 175 alunni rispetto allo scorso anno, come conseguenza dell’onda della denatalità che si è abbattuta sulle scuole dell’obbligo. A Reggio poi torna per il quarto anno la scuola diffusa, nata nel momento drammatico della pandemia e diventata un’esperienza modello a livello nazionale: “Cento classi che potranno frequentare questi luoghi della cultura, della natura e dell’educazione civica per quasi 2.500 studenti”, spiega l’assessora alla scuola Raffaella Curioni. “Viene proposta una nuova sede di scuola diffusa, un’azienda agricola di Canali, rivolta alle quinte elementari e alle scuole medie: curerà competenze di tipo scientifico”, aggiunge la Coordinatrice dei dirigenti scolastici Elisabetta Fraracci.
La risalita dei contagi del Covid non ha al momento comportato obblighi nelle scuole, nessuna indicazione è arrivata dal ministero ai dirigenti scolastici. “Restano – ha detto il dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Paolo Bernardi – norme di buon senso rispetto all’uso delle mascherine, che nelle scuole non mancano. Le mascherine a scuola ci sono, se il ragazzo la vuole indossare dopo un periodo di Covid la può chiedere al dirigente scolastico”.
Sul fronte dell’edilizia scolastica, il cantiere più importante sarà quello dell’Aosta, finanziato grazie al Pnrr. Il Comune investirà poi 7 milioni di euro per garantire i servizi pomeridiani, 13 in totale, lo scuolabus per 328 alunni, le mense. “In gran parte trattasi di servizi dedicati al diritto allo studio dove lo stato non arriva e ci arriva il comune, cosa che non accade ovunque”, conclude il sindaco Luca Vecchi.
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