REGGIO EMILIA – A 78 anni dall’eccidio di Porta Brennone questa mattina sono state commemorate le quattro giovani vittime della fucilazione fascista.
La corona viene alzata e portata grazie a una piccola gru sino alla lapide che ricorda i quattro partigiani fucilati dai fascisti, dopo atroci torture, all’alba del 3 febbraio 1945. Siamo all’angolo tra corso Garibaldi e via Porta Brennone, in centro storico. La città prosegue frenetica nella sua vita quotidiana, in quell’angolo di strada ci si ferma come ogni anno per ricordare questi giovani che qui persero la vita in un modo tanto drammatico.
Erano tutti ventenni: Sante Lusuardi e Dino Turci di Correggio, il brigadiere dei carabinieri Cristoforo Carabillò di Palermo e diventato amico e collaboratore del quarto, Vittorio Tognoli, di Scandiano. Alla cerimonia era presente il sindaco Luca Vecchi e Giuseppe Pezzarossi, vicepresidente dell’Anpi reggiana. “L’eccidio dei martiri di Porta Brennone – le parole del primo cittadino – è una delle tante tragedie che accompagnarono i 18 mesi della Resistenza reggiana, nei quali morirono centinaia di ragazzi giovani che contribuirono con il loro sacrificio, a liberare il paese”.
Gli studenti del Liceo Ariosto-Spallanzani hanno recitato una drammatizzazione della vicenda. Hanno ricostruito a modo loro, immaginando la vita di quei ragazzi nati e morti in un’epoca molto diversa. “Il progetto è nato su sollecitazione della sezione locale dell’Anpi, che ha proposto un approfondimento sulla storia dei quattro partigiani uccisi qui vicino a noi e vicinissimo alle strade che percorriamo ogni giorno per venire a scuola – spiega Barbara Castiglioni, docente di Storia e Filosofia al liceo Ariosto, che ha coordinato il gruppo di studentesse – Noi di classe quinta abbiamo realizzato un approfondimento sulle storie e le biografie dei ragazzi uccisi. Il progetto è stato accolto con grande favore e cinque di loro si sono proposti di assumere la responsabilità di affrontare vite di ragazzi praticamente della loro età e che hanno fatto scelte molto importanti in momenti decisivi della nostra storia”.
La cerimonia è proseguita in caserma Zucchi, dove è stato reso omaggio alla lapide che ricorda la fucilazione del 78enne Angelo Zanti. A svolgere la commemorazione il sindaco di Cavriago Francesca Bedogni.
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