REGGIO EMILIA – Otto componenti in rappresentanza delle forze dell’ordine ma non solo, con la prima riunione fissata per la prossima settimana.
E’ nato a Reggio Emilia un nuovo strumento di contrasto alle infiltrazioni malavitose: il nucleo di supporto all’Agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Presente in seno a diverse prefetture e in passato esistente anche nella nostra, da qualche tempo il nucleo era stato dismesso e così il prefetto Iolanda Rolli l’ha re-istituito.
Accanto a leve come le interdittive antimafia – il prefetto di Reggio ne ha firmate 15 nel 2020, con destinatarie ditte edili o attive nell’autotrasporto ritenute in qualche modo collegate alla criminalità organizzata – secondo Rolli “è fortemente sentita l’esigenza di interventi che possano restituire ai cittadini la fiducia nelle istituzioni e nella vita democratica del Paese”.
La partita dei beni confiscati e soprattutto della loro assegnazione e utilizzo è fondamentale, perché è nell’utilità sociale a favore della collettività che c’è il risvolto positivo di un inquinamento del tessuto economico sano come quello provocato dalle infiltrazioni mafiose.
Nel territorio emiliano, con la sola inchiesta Aemilia, sono stati confiscati beni per circa 250 milioni di euro ma è lunghissimo l’iter per arrivare alla confisca definitiva, al salvataggio del salvabile in termini di forza lavoro e capannoni e all’assegnazione che mette a rischio il valore del bene e lo scopo stesso delle confische, ovvero l’utilità sociale. Il nucleo, appena istituito, potrà in qualche modo aiutare a rendere più snello il percorso, collaborando con le associazioni economiche e il mondo del volontariato.
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