REGGIO EMILIA – Una misura di contrasto alla povertà, di carattere non solo assistenziale. Così è stato concepito e lanciato, all’inizio del 2019, il reddito di cittadinanza.
Nell’aprile dello stesso anno sono stati versati i primi importi. Da allora allo scorso maggio, nella nostra provincia, 3.856 i nuclei famigliari ne hanno usufruito. In Emilia Romagna, come numero di beneficiari, Reggio è terza preceduta da Modena e Bologna, rispettivamente con 4.846 e 7.691 famiglie. Sul nostro territorio le famiglie interessate coinvolgono un totale di 9.614 persone.
Un primato i reggiani, in regione, lo raggiungono dal punto di vista della somma mediamente percepita, pari a 484 euro. Per quanto riguarda la pensione di cittadinanza, a Reggio i nuclei che la ricevono sono 475 e in media ricevono 230 euro. Numeri che sono stati illustrati dal Movimento 5 Stelle nell’ambito dell’iniziativa “riparte l’Italia” svolta online a tappe. L’appuntamento dedicato all’Emilia Romagna si è tenuto lunedì scorso.
Non solo strumento assistenziale, dicevamo, dato che il reddito di cittadinanza ha l’obiettivo di trovare un’occupazione ai beneficiari con caratteristiche idonee all’ingresso nel mercato del lavoro. Le procedure per raggiungere tale scopo, che già scontavano qualche ritardo, si sono infrante nell’emergenza Covid. Al 21 febbraio, prima della pandemia, nei centri per l’impiego reggiani sono stati 496 i cosiddetti “patti per il lavoro” sottoscritti da altrettanti percettori. La ricerca attiva del lavoro, così come qualsiasi passaggio che richieda un incontro in presenza, potrà riprendere a partire dal 17 luglio, termine del blocco dovuto alla crisi sanitaria.
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