REGGIO EMILIA – Un ragazzo di 17 anni è stato portato in comunità nei giorni scorsi dagli agenti della polizia di Stato, che hanno dato esecuzione alla misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Minori di Bologna su richiesta della procura. Il giovane, già noto alle forze dell’ordine per precedenti specifici, è accusato di aver commesso il 30 settembre una rapina e una tentata rapina ai danni di coetanei in città.
Quella sera, insieme ad altri due complici, ha prima avvicinato e poi fermato una coppia intenta a passeggiare lungo via Emilia all’Angelo. La vittima ha anche provato a scappare, ma è stata bloccata e rapinata del portafoglio. Subito dopo, il gruppetto ha cercato di acquistare alcuni prodotti utilizzando il bancomat appena sottratto. Nella stessa serata, i tre hanno poi provato a rapinare il conducente di un’auto su via Fratelli Cervi, provando a bloccarne la marcia; il 18enne alla guida è però riuscito a fuggire. Lo scorso 19 gennaio, il 17enne era già stato denunciato come coautore della rapina consumata ai danni di una farmacia in città: in quell’occasione, il suo complice, un 18enne, era invece stato fermato.
Questa è la terza misura cautelare eseguita nell’ultimo mese dalla squadra mobile della polizia reggiana nei confronti di minori gravemente indiziati di reati. “L’operazione odierna, al di là delle responsabilità individuali che andranno accertate nelle sedi opportune – ha commentato il questore reggiano, Giuseppe Ferrari – testimonia l’efficacia di questa attività, tesa a leggere il contesto criminale emergente dal territorio. La questura di Reggio Emilia ha rilevato il crescente rischio della commissione di reati da parte dei più giovani e pertanto, da più di due anni, si è mossa secondo un duplice indirizzo: il primo è stato quello di conoscere e cercare di prevenire comportamenti potenzialmente pericolosi attraverso controlli, dialoghi e incontri con i giovani anche nelle scuole. Un secondo indirizzo è stato quello di reprimere, doverosamente e meticolosamente, ogni condotta illegale, per evitare che si possano creare asserite sacche di impunità e scoraggiare il verificarsi di ulteriori comportamenti illeciti compiuti dai giovani”.
Servizio Tg di Claudio Valeriani
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