REGGIO EMILIA – Un 27enne è stato arrestato questa mattina dagli agenti della squadra mobile della polizia in esecuzione di una misura di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale. E’ accusato di sei rapine, un furto aggravato e una tentata estorsione, tutti reati commessi tra i parcheggi dell’ex Caserma Zucchi e piazza della Vittoria in un arco temporale di 3 mesi, dal 14 ottobre scorso al 26 gennaio 2023. L’uomo, con doppio passaporto algerino e guineano, è stato intercettato a Carpi, nei pressi della stazione, ma risulta formalmente residente nella Bassa reggiana.
Ogni caso presentava caratteristiche simili: anzitutto le vittime, sempre minorenni, spesso da sole o in compagnia di coetanei. Il malvivente si avvicinava e con frasi tipo: “O mi dai i soldi o ti spoglio”, “a me non me frega della polizia, se vuoi chiamala pure”, “non voglio fare casini, dammi quello che hai nelle tasche che non voglio ricorrere alle maniere forti”, “dammi il cellulare, sai che succede se non lo fai”, “non sai cosa ti faccio, ti do dieci secondi di tempo e vedi cosa succede” si appropriava di denaro e strumenti di tecnologia appartenenti alle vittime.
Il presunto autore, conosciuto in ambito trap con lo pseudonimo di Essecapo e difeso dall’avvocato Marco Dallari, è da tempo noto alle forze dell’ordine e fa parte dell’ormai celeberrimo gruppo “Casa base“, già noto alle cronache della città. Le attività investigative proseguono, ora, per verificare se vi siano ulteriori episodi riconducibili al 27enne.
“La modalità con cui sono stati consumati i delitti ci spinge a ritenere che vi possa essere un sommerso e che sia un fenomeno da non sottovalutare, da affrontare e gestire perché deve essere arginato e represso tempestivamente”, le parole del dirigente della squadra mobile, Guglielmo Battisti, che spinge le vittime a denunciare: “La persona coraggiosa non è sicuramente quella che rapina. Al contrario chi, dopo aver subìto un reato, si rivolge alle autorità per poter bloccare l’escalation criminale ed evitare che altri possano subire il medesimo trattamento”.
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