REGGIO EMILIA – “Nel 2024 per pazienti residenti in altre regioni o all’estero abbiamo effettuato 307mila prestazioni, per un valore economico di quasi 7 milioni di euro, nei primi 9 mesi del 2025 sono state 220.700 le prestazioni, per un valore di 5,1 milioni, siamo sostanzialmente in linea“. Così Giorgio Mazzi, direttore del presidio ospedaliero provinciale.
Visite, diagnostica radiologica e di laboratorio, attività riabilitativa e terapie: sono le principali prestazioni erogate dall’Ausl di Reggio a pazienti che provengono da fuori regione o dall’estero. A queste vanno aggiunti i ricoveri.
“60.730 i ricoveri totali nel 2024 nelle strutture pubbliche e del privato accreditato di Reggio e provincia, il 10% dei quali effettuate dalle strutture private. Il 13% ha interessato pazienti provenienti da altre province della regione, da altre regioni e dall’estero: oltre 8mila”.
E’ il fenomeno della mobilità sanitaria attiva, che costa all’Ausl di Reggio circa 10 milioni di euro l’anno. Denaro che le altre Regioni rimborseranno anche tra anni. I pazienti si spostano per diversi motivi: la ricerca dell’eccellenza, la carenza d’offerta o i tempi eccessivamente lunghi nelle proprie regioni d’origine sono i principali, ma esiste anche una mobilità di confine, che interessa ad esempio gli ospedali di Montecchio e Guastalla in provincia.
“Riguarda soprattutto Reggio, ma anche Montecchio per la chirurgia del pavimento pelvico e Correggio per i percorsi riabilitativi”, continua Mazzi.
Il presidente De Pascale recentemente ha espresso l’intenzione di voler ridurre le prestazioni “a basso impatto” per i pazienti da fuori regione: “Visite di routine, esami standard, piccoli interventi che generano un afflusso massiccio di prestazioni, riempiono le liste d’attesa e metto in crisi risorse già al limite della loro produttività”, chiosa il direttore.
Poi c’è l’altra faccia della medaglia, la mobilità passiva, pazienti che da Reggio vanno a curarsi in altre Regioni: ne parleremo in un prossimo servizio.
Reggio Emilia ausl reggio emilia Giorgio Mazzi mobilità sanitaria












