REGGIO EMILIA – Per i reggiani è trascorso il primo giorno in “zona rossa”. E’ una definizione che sicuramente crea preoccupazione ma non è del tutto vera: la nostra provincia non è descritta come zona rossa per il grado di emergenza sanitaria, come purtroppo invece accade in alcune zone della Lombardia. Qui il “rosso” è più un “arancione”: vuol dire che, in via precauzionale, aumenta la severità delle prescrizioni, per evitare che lo stato delle cose si aggravi e per far capire seriamente che la situazione che stiamo vivendo non è uno scherzo e che la collaborazione e la responsabilità di tutti sono fondamentali.
A fare chiarezza non ha contribuito la modalità comunicativa adottata dal Governo nelle scorse ore e la mancanza, ad ora, di un decreto applicativo che dettagli le misure. Lasciando da parte i colori, dalle 3 della scorsa notte è in vigore un decreto che limita di molto gli spostamenti di tutti. Questo il cambiamento principale rispetto ai documenti che si sono susseguiti negli ultimi 15 giorni, assieme al fatto che bar e ristoranti, fino al 3 aprile, dovranno chiudere i battenti alle 18.
Dobbiamo considerare Reggio Emilia, Modena, Parma e Piacenza come un’unica area nella quale la nostra mobilità sarà possibile per motivi lavorativi, sanitari o indifferibili.
I sindaci reggiani sono stati subissati di domande e richieste di chiarimenti. Assieme al presidente della Provincia Giorgio Zanni e al direttore dell’Ausl Fausto Nicolini, alle 13.30 si sono riuniti in videoconferenza con il prefetto Maria Forte, che manda questo messaggio ai cittadini reggiani: “Volevo rassicuravi, stiamo lavorando per applicare le misure con razionalità ed equilibrio”.
“Il decreto mira alla tutela della comunità”, dice Forte. Il prefetto è in attesa dei dettagli più di tutti, visto che sarà suo il compito di assicurarsi che le prescrizioni vengano attuate dai cittadini, e lo farà servendosi delle forze dell’ordine e anche dei vigili del fuoco. Saranno organizzati presidi, e non posti di blocco, che in un primo momento informeranno anche le persone. L’organizzazione sarà graduale. In mattinata, ad esempio, alla stazione Mediopadana di Reggio, che pure era pressocché deserta, qualcuno in partenza c’era. “Serve la collaborazione di tutti”, chiosa il Prefetto.
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