REGGIO EMILIA – Nei giorni scorsi vi abbiamo parlato di uno dei casi più seri, Rio Saliceto, dove su 6 mila abitanti sono rimasti soltanto due medici di base. Ma sono oltre 4 mila in tutta la provincia le persone senza il medico di famiglia, e la situazione non può che peggiorare con i pensionamenti imminenti. Abbiamo fatto il punto con l’Ausl.
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Rio Saliceto, Novellara e Toano. Sono i tre paesi dove per ora l’Ausl ha attivato il cosiddetti “Nuclei di assistenza territoriale”, l’ultimo passo quando la ricerca di un medico di base non va a buon fine. Perché prima si cerca un “medico incaricato”, non titolare ma che dà la disponibilità per un periodo limitato: solitamente sono pensionati o neo laureati in attesa di specializzazione.
“Se non li troviamo chiediamo ai medici titolari di coprire fino a 1.800 pazienti, ma è un numero enorme. Altrimenti attiviamo i Nat”, spiega Marina Greci, direttrice del dipartimento cure primarie Ausl.
Ad oggi i Nat coprono una scopertura che riguarda appunto tre paesi per oltre 4mila persone: quasi 2 mila a Rio Saliceto, 1.500 a Novellara e 950 a Toano. Ma la situazione è destinata a peggiorare. Sono 305 i medici di famiglia in servizio in tutta la provincia, 34 sono provvisori. L’Ausl a inizio anno ha bandito 48 zone carenti, 15 nuclei di medicina generale a Reggio città e il resto nei distretti della provincia: si tratta di posti che saranno presto vacanti perché i medici incaricati se ne andranno o perché i titolari andranno in pensione. A settembre si saprà quanti sono stati assegnati.
“Siamo preoccupati perché nel secondo semestre del 2022 la pubblicazione ha dato copertura a solo il 52% dei posti, quindi se va così riusciremo a coprire solo 25/28 posti su 48”. Secondo Greci c’è un serio problema di programmazione a livello nazionale ma anche di burocrazia e di comportamento dei pazienti.
“Si arriva a 100 chiamate al giorno, più sms e mail, poi ci sono atteggiamenti aggressivi da parte dei pazienti, alcune dottoresse hanno denunciato aggressioni verbali, è un mestiere non più appetibile”.
Entro il 2026 in provincia andranno in pensione altri 48 medici di base. “La criticità è iniziata nel 2022 e peggiorerà sino al 2026, è una caduta in discesa”.
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