REGGIO EMILIA – Gruppi più ristretti e nuove tecnologie. E’ su questa strada che, anche dopo il Covid, proseguiranno le attività che la Fondazione ‘I Teatri’ rivolge ai bambini e ai ragazzi, con l’obiettivo di attrarre e fidelizzare le giovani generazioni. Non solo un cartellone di spettacoli ad hoc per temi e fasce di età, ma un lavoro di sperimentazione complesso, cominciato ormai 20 anni fa e sempre sostenuto dalla Fondazione Manodori.
“Quando dico che sono un territorio strategico – spiega Paolo Cantù, direttore della Fondazione I Teatri – lo dico perché siamo convintissimi che in qualche modo la sfida di noi operatori sia quella di costruire un nuovo pubblico, e di costruire una educazione alle arti performative. Ce n’è bisogno, perché senza questa relazione il nostro mondo è destinato a perdere quel patrimonio che rappresentiamo”.
Quarantamilia i bambini e i ragazzi dai 3 ai 18 anni coinvolti ogni anno in percorsi dedicati a tutte le arti, dal teatro musicale alla danza, dalla narrazione alle ombre. Si cominciava a lavorare nelle classi per poi arrivare a vivere il teatro in tutte le sue forme. E alcuni progetti, come Off opera e Opera domani, hanno letteralmente affollato le sale. Ora questo non è più possibile ma Teatri e Manodori non hanno nessuna intenzione di fermarsi. “L’idea è quella di costruire attività laboratoriali per gruppi più ristretti ma anche di continuare a fare venire le classi a lavorare nei nostri luoghi con formule diversificate rispetto a quelle attuali ci stiamo lavorando con le scuole anche con le nuove tecnologie digitali che sono una delle nuove sfide che dobbiamo cogliere”.
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