REGGIO EMILIA – A Reggio, nella zona Est, potrebbe sorgere una nuova casa della salute. Ma Comune e Ausl stanno pensando di farla diventare una vera e propria ‘casa della comunità’. Se n’è parlato questa mattina in un convegno on-line a cui ha partecipato anche l’arcivescovo di Bologna, il cardiale Matteo Maria Zuppi.
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Giardini terapeutici, orti e spazi aggregativi. Un punto di riferimento per gli anziani soli, anche con servizi a domicilio. Una struttura con personale multidisciplinare e la figura di un ‘tutor’, che prende in carico il paziente in spazi appositi e lo indirizza. Queste alcune caratteristiche che potrebbe avere una ‘casa della comunità’, evoluzione della ‘casa della salute’ pensata e progettata anche ascoltando le esigenze dei cittadini del quartiere in cui sorge. Reggio potrebbe avere tra qualche anno una struttura di questo tipo, nella zona est della città: Villa Ospizio. Il comune di Reggio aveva già messo a bilancio 2 milioni di euro per la nuova casa della salute che sarebbe dovuta sorgere in zona Mirabello. Ma ora la destinazione è cambiata e si dovrà approvare nel 2021 un nuovo piano urbanistico. L’area individuata è quella sulla via Emilia dove sorgeva l’ex ricovero. Un terreno privato, di proprietà di Conad. Lì potrebbe trovare spazio anche la biblioteca e il polo sociale.
“La volontà è condivisa. La sede più probabile potrebbe essere quella del vecchio ricovero, il Comune parteciperà alla progettazione anche economicamente”, spiega l’assessore al welfare del Comune di Reggio Daniele Marchi.
Attualmente sono 15 le case della salute in provincia, tre in città, ognuna con caratteristiche specifiche.”Quella di Puianello si avvicina molto al modello di ‘casa della comunità’, ha avuto un percorso di partecipazione importante”, evidenzia Elisabetta Negri, direttore del distretto Ausl di Reggio.
Dell’evoluzione da case della salute a case della comunità si è parlato in un convegno on-line, facendo tesoro di quanto l’esperienza Covid ha insegnato anche sul piano delle relazioni e del prendersi cura l’uno dell’altro. “Le prime vittime sono stati gli anziani, speriamo che queste nuove case della comunità permettano un’assistenza e una protezione il più possibile all’interno dei loro habitat, nelle loro case o all’interno di piccole comunità”, chiosa il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna.
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